BARI - Condanne per quasi 500 anni di carcere (per la precisione 484 anni e 6 mesi) sono state chieste dai pm antimafia Domenico Minardi, Silvia Curione e Federico Perrone Capano, per 44 indagati (43 uomini e una donna) nel processo Partenone, nato dall’inchiesta culminata il 27 settembre scorso, con la notifica di 67 misure cautelari personali (45 carcerazioni, 20 arresti domiciliari, 2 obblighi di dimora) nei confronti dei componenti di una organizzazione che avrebbe gestito un imponente giro di spaccio a Putignano, dove era annidata la cupola, Castellana Grotte, Noci, Polignano, Alberobello, Locorotondo e Acquaviva delle Fonti Ben 124 gli indagati ai quali i carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno contestato a vario titolo i reati di traffico di stupefacenti, riciclaggio, sequestro di persona e rapina, detenzione di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso
L’udienza per la prima comparizione delle parti e la trattazione della causa è stata celebrata giovedì 13 giugno davanti a giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Bari. I quarantaquattro imputati hanno scelto la formula del rito abbreviato che prevede uno sconto della pena. Tre i «capintesta» dell’organizzazione legata al clan Capriati: Carlo Dilena, 40 anni, alias «la bionda», Giuseppe Lacalendola, 37, detto «Mani di forbici» e Giuseppe Labrocca, 48, oggi collaboratore di giustizia.
Queste le richieste di condanna. Per gli indagati che operavano nel «mandamento» di Putignano: Francesco Antonacci,22 anni, detto «Mazzaridd», 8 anni di reclusione; Alessandro Braia, 24, detto «Pin pin», 7 anni e 6 mesi; Giampiero Braia, 24 anni, detto «Gian», 12 Anni; Cesario Ivan Caracciolo, 31, detto «Ivan», 15 anni e 4 mesi; Emanuele Carrasi, 50 anni, detto «Manu» ma anche «Occhialino» e «Falò» , 20 anni di reclusione; Luigi Carrassi, 36 anni, 7 anni e 6 mesi di reclusione; Cosimo Di Lorenzo, 35, 10 anni; Franco Fallacaro, 48 anni, detto «Banana», 8 anni e 4 mesi; Giovanni Genchi, 25 anni, detto «Gianni», 18 anni di reclusione; Cesare Giliberti, 39 anni, detto «gatta nera», 7 anni di reclusione; Sara Giliberti, 33 anni, 8 anni e 4 mesi; Ignazzi Giuseppe , 31 anni, 7 anni e 6 mesi; Giuseppe Labrocca, 49 anni, ora collaboratore di giustizia, 9 anni e otto mesi; Rocco Labrocca, 51 anni, 16 anni e 8 mesi; Giuseppe Lovero, 26 anni, detto «Il nano», 12 anni di reclusione; Giuseppe Mastrangelo, 41 anni, 8 anni; Costel Razvan Mihalache, 23 anni, detto «Roz», 15 anni e 4 mesi; Daniele Morea, 26 anni, 3 anni e 4 mesi di reclusione; Giorgio Notarnicola, 49 anni, detto «u pelat», 11 anni e 2 mesi; Flavio Eugenio Pinto, 22 anni, detto «Perisic», 8 anni e 4 mesi; Pasquale Polignano, 46 anni, detto «Kappa», 4 anni e 6 mesi; Poliseno Costantino, 42 anni, detto «U Russ», 7 anni e 4 mesi; Annalisa Ronghi, 45 anni, 4 anni e 4 mesi; Davide Serafino, 23 anni, detto «Padolecchia», 11 anni e 4 mesi.
Per il mandamento di Castellana Grotte: Nicola Aquilino, 48 anni, detto «Volpino», 13 anni e 4 mesi di reclusione; Lorenzo Capodiferro, 49 anni, detto «il Muto», 15 anni e 4 mesi; Vito Di Mola, 25 anni, detto «lo spagnolo» e “il biondino”, 8 anni di reclusione; Cataldo Pasquale, 39 anni, alias «Aldo il Ciccione», 14 anni e 2 mesi; Carmelo Recchia, 48 anni, 20 anni di carcere; Recchia Michele, 25 anni, 8 anni; Giuseppe Sportelli, 46 anni, 8 anni e 4 mesi di reclusione; Vito Sportelli, 47 anni, detto «u tuzz» («il tozzo»), 8 anni e 4 mesi, 3 anni; Nicola Volpe, 30 anni, detto «Nick», 4 anni e 8 mesi di reclusione.
Per i componenti della organizzazione che operavano a Polignano a Mare: Maria Colella, 30 anni, detta «Selma», 11 anni e 2 mesi.
Per gli associati di Noci: Giuseppe Colucci, 26 anni, 7 anni di reclusione; Nicola Console, 33, detto «Nico pancetta», 8 anni; Fabio Posa, 30 anni, 7 anni e 8 mesi di reclusione.
Per Monopoli: Vito Corbacio, 49 anni, detto «Vito il tappo», 15 anni e 4 mesi di reclusione.
Per Bari: Carlo Dilena, 42 anni, di Bari, detto «la Bionda» o «Moreno» o «Carletto», 18 anni; Michele Fiore, 40 anni, 15 anni e 4 mesi; Daniele Greco, 41 anni; 20 anni; Giuseppe Lacalendola, 37 anni, detto «Quik-Quok» oppure «Mani di forbici», 20 anni; Mauro Di Pinto, 35 anni, di Bisceglie, 6 anni e 6 mesi. Infine per il mandamento di Alberobello: Andrea Iacovazzo, 38 anni, 7 anni e 6 mesi di reclusione.
















