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Fiumi di droga a Bari Vecchia: dalla malavita foggiana al «bambino con la pistola»

 
Luca Natile

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Luca Natile

Fiumi di droga a Bari Vecchia: dalla malavita foggiana al «bambino con la pistola»

La camorra barese è riuscita a creare un fitto e oscuro intreccio di rapporti di affari che gli consente di tenere aperti canali per l’approvvigionamento di cocaina, hashish, marijuana ed eroina

Martedì 18 Giugno 2024, 12:35

BARI - Da Bari Vecchia a San Salvo, piccolo comune abruzzese tra Vasto e Termoli, passando per Foggia, Orta Nova, Ascoli Satriano e Cerignola, nella provincia di Capitanata, Andria e Canosa nella Bat, fino a Corato e Bitonto, nell’area metropolitana di Bari.

La camorra barese è riuscita a creare un fitto e oscuro intreccio di rapporti di affari che gli consente di tenere aperti canali per l’approvvigionamento di cocaina, hashish, marijuana ed eroina.

Da dove viene la droga che i clan spacciano nei vicoli della città vecchia? Quali vincoli esistono tra i clan di Bari e la mala foggiana? Da una «cumparanza» stretta da Davide Monti, detto «Daviduccio», conosciuto dai più come «il bambino con la pistola» - la sua militanza è iniziata che non aveva ancora compiuto gli 11 anni -, figlio di Domenico, alias «Mimmo il biondo» (33 anni ex braccio destro del «padrino» di Bari Vecchia), Tonino Capriati e il suo «proconsole» nel profondo Sudest barese, Giuseppe Laera (28 anni, soprannominato «McGregor»), con Andrea Gaeta - detto «Il piccolo», 53enne di Orta Nova -, ritenuto esponente del clan foggiano Moretti-Pellegrino-Lanza in quanto cognato del boss Pasquale Moretti, oltre che genero del capo assoluto della mafia di Foggia, Rocco Moretti detto «Il porco».

È questa l’alleanza da cui è nato il procedimento «Lost and found» che la scorsa settimana è culminata con l’applicazione di 31 misure cautelari (16 in carcere, 14 ai domiciliari e due obblighi di dimora) che hanno attraversato quattro province Bari, Bat, Foggia e Chieti.

L’operazione «Lost and found», coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dagli investigatori della Guardia di finanza, ha preso le mosse da un’altra inchiesta datata luglio 2022 che ha portato alla luce una piccola organizzazione di narcotrafficanti. In questo caso, la droga veniva trasportata, custodita, tagliata, confezionata e rivenduta da una rete composta da più di quaranta giovani pusher incensurati, «insospettabili», agli ordini di Davide Monti.

A fargli da spalla, come già detto, Vito Giuseppe Laera, a Turi, la città dove il gruppo criminale aveva insediato la sua sede operativa.

Sono stati gli uomini del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza a ricostruire la gestione del traffico di droga tra il 2017 e il 2019 da Bari verso i comuni del Sudest della provincia, non solo Turi ma anche Conversano, Putignano, Casamassima, Rutigliano, Bitonto, Noicattaro, Gioia del Colle, Altamura. Quarantaquattro gli indagati, 12 le persone arrestate , 3 in carcere e 9 ai domiciliari, e al sequestro di beni del valore di circa 200 mila euro.

Le indagini hanno documentato l’uso di utenze telefoniche intestate a prestanome o mezzi di comunicazione alternativi, come App di messaggistica istantanea, quali Whatsapp, Facebook, Telegram e chat Playstation, sulle quali l’attività illecita veniva definita con un linguaggio in codice: «dolci» e «caramelle» per lo stupefacente, «minuti» per indicarne il quantitativo (dove ogni minuto equivaleva a un grammo), «documenti» e «calcolatrice» per indicare il denaro e il bilancino di precisione usato per pesare le dosi, «ciliegie» per indicare il muretto a secco in campagna dove lo stupefacente era stato nascosto.

La droga veniva occultata anche in casa di incensurati o nei vani ascensore degli appartamenti. Per «salvare» i carichi di droga, poi, in due occasioni i corrieri avrebbero tentato di speronare una pattuglia durante un pedinamento e di investire un militare ad un posto di blocco.

Questo procedimento ha portato nel luglio dello scorso anno a quindici condanne con pene fino a 17 anni di reclusione. Parte della droga rimaneva nella città vecchia per alimentare il mercato locale, il resto, invece, veniva trasportato a Turi, soprattutto da donne insospettabili, spesso scortate a distanza.

Gli investigatori sono riusciti a ricostruire il canale attraverso il quale Monti e soci si rifornivano di droga. Così da Bari i finanzieri sono arrivati ad Andria, poi ad Orta Nova infine nella provincia di Chieti.

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