BARI - «Non trovo motivi per cui l’impianto gpl non debba essere realizzato nell’ansa di Marisabella. Parliamo di una struttura che si sta già realizzando nel porto di La Spezia. È interessante sapere che il primo porto al Sud ad accogliere un impianto di questo genere sarà pugliese». Così Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, dichiara la sua posizione in merito al via libera, da parte dei Consiglio dei Ministri, alla realizzazione di un impianto di distribuzione di gas naturale liquido nell’area portuale barese di Marisabella. L’opera è stata approvata dal CdM su proposta della premier Giorgia Meloni. «È interessante soprattutto nell’ottica di una transizione green - ha continuato Patroni Griffi -, opere di questo genere offrono dei vantaggi ambientali notevoli».
L’impianto ha alle sue spalle una storia controversa, perché sia la Soprintendenza per la Città Metropolitana, sia lo stesso Comune di Bari, avevano dato parere sfavorevole alla sua realizzazione. «Era stato l’Ufficio Paesaggio del Comune di Bari - spiega meglio il presidente - a dare parere negativo. Era un problema di interpretazione della legge sulla necessità, o meno, dell’autorizzazione in deroga regionale per realizzare questa infrastruttura in quell’area. Il punto è stato risolto dal Consiglio dei Ministri. Il contrasto non è stato solo con noi, ma anche con l’interpretazione che dà la Regione del PPTR» (Piano paesaggistico territoriale regionale).
Nel corso della riunione del CdM, il governo ha insomma deciso a prescindere dalle posizioni contrarie delle amministrazioni locali e ha decretato il «il superamento del dissenso» espresso da Soprintendenza e Comune di Bari. Decisione, questa, presa ai sensi dell’articolo 5-bis del decreto-legge 20 giugno 2017, n.91, dove si rende necessario un «bilanciamento degli interessi pubblici costituiti dalle finalità di conservazione del contesto ambientale e dall’esigenza di realizzare l’opera pubblica».
L’ansa di Marisabella è attualmente al centro di lavori che determineranno la nascita di una nuova infrastruttura nel porto di Bari, che consentirà l’approdo di navi più grandi e aiuterà la gestione del traffico marittimo. L’impianto per l’estrazione del gas sarà installato in una zona già completata dell’ansa, per questo «non è difficile immaginare che verrà realizzato subito - dichiara Ugo Patroni Griffi -. Ovviamente parliamo di un investimento di privati quindi non conosco precisamente le tempistiche. Parliamo di moduli in gran parte prefabbricati, grossi tempi e difficoltà non dovrebbero esserci, fermo restando che ci sono esigenze di sicurezza e altri procedimenti burocratici».
Proseguono intanto i lavori nell’ansa di Marisabella, che da cronoprogramma dovrebbero terminare nel 2025. «Stiamo cercando di chiudere un ulteriore accordo trilaterale con il Provveditorato, in modo tale che a fine lavori l’ansa e la colmata siano immediatamente sfruttabili per le attività economiche e gli usi per cui è stata progettata», conclude Patroni Griffi. Un’opera costata circa 76 milioni di euro che comprende l’area dell’ansa di Marisabella e dello specchio acqueo a ponente del molo Pizzoli, per un’estensione totale di 50 ettari (300mila quadri), di cui 20 già coperti da una colmata di cemento. I lavori, già appaltati dal Provveditorato regionale alle opere pubbliche nel 2012 con un investimento totale da 42 milioni di euro, la scorsa estate hanno richiesto ulteriori fondi per via del dragaggio costato più del previsto e l’aumento dei costi delle materie prime (16 milioni, per la precisione, coperti in parte dell’Autorità Portuale e in parte dal ministero delle Infrastrutture).