BARI - Il calcio dilettantistico pugliese sarebbe da più di un decennio infestato dai clan mafiosi baresi, che in più occasioni nel corso degli anni sarebbero intervenuti per piegare il risultato di alcune partite ai propri interessi. A partire proprio dal clan Parisi, che avrebbe messo le mani sulle squadre altamurane di Eccellenza e serie D.
Lo scrive il Tribunale del Riesame (presidente Romanazzi, relatore Anglana) nel provvedimento con cui ha accolto il ricorso dell’ex presidente del Corato, Giuseppe Maldera, finito ai domiciliari il 26 febbraio nell’ambito dell’operazione Codice interno e tornato libero il 18 marzo.
La vicenda contestata dalla Dda di Bari riguarda la presunta combine sullo spareggio del 30 aprile 2017 tra Corato e Fortis Altamura, partita che regalò ai primi la promozione in Eccellenza (i murgiani furono comunque ripescati): Maldera è accusato di aver pagato un esponente del clan Strisciuglio, Mario Dammacco (pure lui finito in carcere) che avrebbe minacciato i calciatori della Fortis Altamura inducendoli a perdere il match. Un anno dopo, il 7 ottobre 2018, la partita Corato-Fortis Altamura (finita 2-1 per gli ospiti) sarebbe poi servita a riparare l’affronto con l’intervento del clan Parisi e in particolare di Tommaso Lovreglio, nipote acquisito del capoclan Savino e uomo centrale dell’inchiesta della Squadra Mobile: Lovreglio è l’ex dipendente dell’Amtab di Bari (licenziato la scorsa settimana) che ha fatto finire l’azienda in amministrazione giudiziaria, oltre ad aver comprato voti per conto dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri...