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Tonali mette il caso scommesse alle spalle: il calciatore parla di fair play agli studenti

 
ALESSANDRO SCHIRONE

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ALESSANDRO SCHIRONE

Tonali mette il caso scommesse alle spalle: il calciatore parla di fair play agli studenti

Ieri l’incontro nel liceo scientifico Salvemini di Bari: «Lasciare i ragazzi liberi di sognare»

Martedì 14 Maggio 2024, 05:05

BARI - Qualche settimana fa indossava un elmetto bianco nei corridoi di un’azienda inglese sulle rive del fiume Tyne. Nonostante il look operaio, l’immagine di Sandro Tonali senza la maglia bianconera del Newcastle, fuori dai pettinatissimi prati inglesi della Premier League, ha suscitato l’interesse di quanti si chiedevano come trascorresse il suo tempo libero lontano dai campi. Che poi così lontano non è per niente. Fatta eccezione per la prima settimana di ottobre, l’ex bandiera del Milan scudettato di Pioli, non ha mai smesso di allenarsi in previsione di tornare a giocare dopo la squalifica dovuta al caso scommesse. L’unica ombra di una carriera brillante, già ricca di successi sportivi e di traguardi importanti, un pit stop che ha permesso a Tonali di riscoprire quei valori importanti da trasmettere ai più giovani.

Nasce da qui l’idea della Figc, che ha accettato il patteggiamento con la mezzala lodigiana proponendogli un percorso di riabilitazione in giro per l’Italia a parlare di fair play, correttezza e rispetto delle regole. Nel tour prima di rientrare a Newcastle, Tonali ha fatto visita al liceo scientifico a indirizzo sportivo Salvemini di Japigia, dove ha chiacchierato con gli studenti in un auditorium stracolmo. «Nascondersi dietro un problema non è mai la soluzione - spiega il 24enne azzurro - bisogna parlarne e farsi aiutare. La mia vera ricchezza non sono i contratti milionari, ma essere circondato da gente che mi vuole bene e continua a dimostrarmelo giorno dopo giorno. Sono stato in una fabbrica, ho pensato a quella gente che lavora lì dentro dieci ore al giorno per sbarcare il lunario. Se un operaio perdesse il posto di lavoro, ne pagherebbe le conseguenze una famiglia intera. Anche per questo mi reputo una persona fortunata: ho sbagliato qualcosa ma non ho perso nulla».

Seduto accanto al presidente nazionale del settore giovanile e scolastico della Figc Vito Tisci e al coordinatore federale regionale Antonio Quarto, Sandro Tonali ha parlato anche dei suoi inizi, ripercorrendo gli step più importanti della sua carriera. «Io non vengo da una famiglia ricca - continua - ho giocato a Piacenza prima del fallimento, poi a Brescia. I miei genitori mi accompagnavano al campo ma nessuno si fermava per vedermi giocare, ho avuto sempre molta libertà. Oggi un ragazzo vuole diventare calciatore per fama e per soldi, non magari per una passione reale. Bisogna educare i genitori a non esasperare i figli, a lasciarli crescere da soli coltivando le proprie passioni. Non tutti hanno la fortuna e il talento per diventare professionisti, ma ciascuno di loro deve avere il diritto di sognare. Quest’anno nel Newcastle c’è un 2004 che ha fatto 40 partite, in Italia magari succede meno anche se piano piano la Federcalcio sta introducendo con i centri di formazione delle metodologie di approccio utili a limare il gap con quelle nazioni considerate più evolute come la stessa Inghilterra. È una questione di mentalità e cultura». Il campione del Newcastle ha trascorso qualche ora in compagnia dei ragazzi del centro di formazione federale di Bitetto, dove ha incontrato Vincenzo Tavarilli ed il suo staff, prima di far visita alle sedi di Nick Bari e Levante Azzurro, protagoniste della finale regionale under 17 di domenica scorsa a Capurso. «In Inghilterra il calcio è più faticoso, ma c’è meno pressione. Giochi bene o giochi male, vinci o perdi una partita, la sera puoi vivere comunque la tua vita. In Italia se ne sbagli una non puoi uscire da casa e per questo - conclude Tonali - dobbiamo crescere tutti insieme per il bene del calcio italiano e della nostra società».

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