BARI - L’imminenza della tornata elettorale di giugno è di per sé sufficiente a ritenere esistente il rischio di inquinamento del voto da parte di chi ha già dimostrato di saper scendere a patti con i clan. Per questo non basta che Maria Carmen Lorusso, moglie dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri finito in carcere il 26 febbraio, si sia dimessa dal Consiglio comunale di Bari e abbia rinunciato a ricandidarsi: l’accusa di voto di scambio politico-mafioso che l’ha portata ai domiciliari insieme al padre Vito è tale da mettere a rischio l’ordine pubblico, «leso da qualunque connubio tra politica e mafia».
È durissimo il Tribunale del Riesame di Bari nel motivare il «no» al ricorso presentato dalla Lorusso e dal padre contro l’ordinanza cautelare emessa dal gip Alfredo Ferraro. Un giudizio pesante anche verso lo stesso Olivieri, ritenuto dalla Dda di Bari l’organizzatore del sistema che alle Comunali 2019 avrebbe comprato voti dalle consorterie mafiose baresi per garantire l’elezione della moglie, all’epoca candidata con il centrodestra e due anni dopo passata a sostenere la maggioranza di Emiliano...
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