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Bari, le civiche pro-Leccese: «Ai gazebo niente oligarchie»

 
michele de feudis

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michele de feudis

Bari, le civiche pro-Leccese: «Ai gazebo niente oligarchie»

I rappresentanti delle civiche pro -Leccese

Il centrodestra si incontra a Roma: Dambruoso in ticket con Melchiorre. Le sigle vicine ai Dem invitano Laforgia a condividere la responsabilità della riuscita delle primarie, fissate il 7 aprile

Mercoledì 13 Marzo 2024, 11:23

BARI - «Le primarie non sono un fogna»: Giusi Servodio leader dell’associazione Il Corsivo 2.0, entra subito nel campo minato delle polemiche sui gazebo del centrosinistra. Nel Caffè d’Arte sono riuniti i rappresentanti dei partiti e delle associazioni che sostengono Vito Leccese nella consultazione del 7 aprile. L’ex parlamentare dem ha appena posato il suo cappotto con collo di volpe e si siede su un tavolo con alle spalle invitanti alzatine con luculliani pan di Spagna. L’organizzatore, Riccardo Montingelli di Progetto Bari, invita a non scadere «nell’ineducazione» durante i dibattiti tra Laforgia e Leccese (il riferimento è all’acceso dibattito tv di lunedì scorso).

Nella sala c’è Gianfranco Todaro, segretario cittadino dem, mentre tra i relatori i consiglieri delle civiche Leo Magrone, Giuseppe Cascella, Nicola Loprieno, Silvia Russo Frattasi e Nicola Acquaviva, oltre a Mimmo Lomelo dei Verdi e Mimmo Magistro dei Socialdemocratici.

La Servodio è molto realista: «Ci sono difficoltà da superare, ma qui abbiamo una coalizione ricca plurale e ricca, che deve procedere senza prevaricazioni. Aspettiamo la convocazione del tavolo politico». E si sofferma sulle regole: «Saranno primarie per simpatizzanti, iscritti ai partiti e elettori: una consultazione senza risse. Non le deleghiamo solo a qualcuno. Per evitare infiltrazioni dobbiamo essere tutti corresponsabili. Si vota del resto da sempre con carta d’identità e tessera elettorale. Non ci sono altre formula. Restringere la partecipazione è un segno di debolezza». Sul tema delle responsabilità, è tranchant Mimmo Lomelo: «Laforgia non faccia Ponzio Pilato». E poi l’ex deputato verde attacca: «Vinceremo le comunali, mica voglio morire fascista».

Silvia Russo Frattasi tesse le lodi di Leccese: «Competente e con garbo. Dobbiamo pensare alla nuova Bari: abbiamo il problema quasi di cacciare i turisti e non abbiamo appartamenti da affittare ai baresi». Mimmo Magistro: «Sono stato il garante delle primarie per le regionali. Da noi non ci sono truffatori». «Sì alle primarie aperte. Non devono decidere le oligarchie», aggiunge Giuseppe Cascella. La chiosa più ad effetto è di Leo Magrone, con una critica non troppo velata a Laforgia: «Per guidare una città ci vuole un top rider, come Antonio Decaro. Bari è un bolide. E Vito Leccese sarà il nostro Verstappen». Nicola Acquaviva conclude evocando le primarie Boccia-Vendola: «Come allora auspichiamo siano una festa di democrazia e partecipazione».

Dopo il successo in Abruzzo con il governatore confermato Marco Marsilio, il centrodestra si interroga su come affrontare le prossime comunali a Bari: lunedì sera ne hanno discusso anche alcuni leader nazionali che si interrogando se non si il caso di schierare - a prescindere dai precedenti orientamenti - chi ha più appeal nella cittadinanza. Ieri a Roma c’è stato un incontro tra i leader dei maggiori partiti pugliesi del centrodestra. Nulla di risolutivo. I nomi sul tavolo restano sempre gli stessi. Dalla disponibilità di Fabio Romito, consigliere regionale della Lega, a quella del magistrato Stefano Dambruoso, senza dimenticare l’impegno del senatore Filippo Melchiorre, disponibile come vicesindaco (più volte ha rifiutato proposte di candidatura come sindaco).

Di sicuro la coalizione conservatrice farà un campagna elettorale tutta calibrata sul tema della legalità e della sicurezza, temi roventi e di grande attualità dopo l’inchiesta della Dda che ha scoperchiato una ramificata rete di malaffare in città.

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