BARI - Una festa per il compleanno di Domenico Milella, all’epoca temuto braccio destro del boss Eugenio Palermiti, diventato collaboratore di giustizia nel 2020 dopo l’arresto per l’omicidio Rafaschieri che poteva costargli l’ergastolo. Una parata di pregiudicati che bevono birra e cantano sulle note del neomelodico Niko Pandetta all’interno del Reef, il locale sul lungomare verso San Giorgio (di proprietà del Comune) all’epoca gestito da una società ritenuta vicina al clan e chiuso da quasi quattro anni.
È una scena da Gomorra quella che gli investigatori della Dda hanno descritto, grazie alle fotografie evidentemente fornite dallo stesso pentito, in una lunga informativa agli atti dell’inchiesta dei pm Marco D’Agostino e Fabio Buquicchio. Al compleanno di Milella ci sono tutti. Di cognome fanno Biancoli, Lafirenze, Campanale, Palermiti, Mineccia, sono la seconda-terza generazione delle famiglie più in vista nei clan Parisi e Palermiti, a dimostrazione «che le due articolazioni mafiose erano in perfetta sintonia criminale». La presenza a quella festa - annota la Polizia - è allo stesso tempo un segno di potere e di rispetto, perché esserci significa appartenere alla cerchia degli uomini più vicini al vertice del clan. «La sala - ha rimarcato chi indaga - era di esclusivo uso degli associati»...
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