Sabato 06 Settembre 2025 | 11:58

Bari, Maldarizzi in amministrazione giudiziaria: «Il nipote di Savinuccio faceva recupero crediti». L'azienda replica: «Noi vittime»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, Maldarizzi in amministrazione giudiziaria: «Il nipote di Savinuccio faceva recupero crediti»

Il provvedimento nasce dall’indagine della Dda di Bari, ma i titolari sono estranei alle accuse

Lunedì 26 Febbraio 2024, 15:58

18 Gennaio 2025, 15:13

BARI - Ci sono infiltrazioni della criminalità organizzata nella Maldarizzi Automotive, principale rivenditore di auto pugliesi. E’ per questo che il Tribunale di Bari, nella funzione di Tribunale di prevenzione, ne ha disposto l’amministrazione giudiziaria nominando amministratore un avvocato di Roma, Luca D’Amore.

Il provvedimento nasce dall’indagine della Dda di Bari che ha colpito oltre 130 persone con arresti e sequestri per i rapporti tra mafia e colletti bianchi, indagine che non tocca i titolari della società. Il Tribunale ha infatti valorizzato la circostanza in base a cui Tommaso Lovreglio, nipote di Savino Parisi, «ha intrapreso attività economiche lecite mediante intestatari fittizi e ha instaurato con la società Maldarizzi automotive spa (precedentemente denominata Millenia srl), anche per il tramite della moglie Fanelli Maria, rapporti di prestazione d'opera che in realtà celano una ben più ampia “collaborazione”». L’ipotesi è che Lovreglio «si sarebbe avvalso della Millenia s.r.l. per la propria attività di rivendita di auto», e avrebbe fornito aiuto alla Millenia «per ottenere il regolare adempimento da parte dei clienti, facendo valere la propria capacità criminale anche senza ricorrere espressamente a minacce e intimidazioni».

Le indagini della polizia di Stato hanno accertato una «costante presenza» di Tommaso Lovreglio nella sede della concessionaria di via Oberdan a Bari, «all'interno della quale è apparso sin da subito chiaro il ruolo ricoperto dall'indagato (cioè Lovreglio, ndr) nel settore vendite». Lovreglio, dipendente Amtab dal 2013 al 2019, in parallelo ha avuto un rapporto di lavoro autonomo con la Motoria e poi con la Millenia. La moglie è poi risultata avere un rapporto di lavoro autonomo con Millenia dal 2020 al 2022 mentre in parallelo era dipendente di un panificio di Triggiano. La presenza di Lovreglio nella sede della concessionaria è stata confermata da una «fonte confidenziale» della Polizia martedì scorso, 20 febbraio.

Il Tribunale (presidente Mastrorilli e relatore Susca) ha valorizzato i « fini agevolativi degli interessi del clan Parisi» e «in particolare, dei vantaggi, anche di natura economica, che l'introduzione di Lovreglio all'interno della Millenia srl (attualmente denominata Maldarizzi Automotive) riflette sugli associati. La sua esigenza (di Tommaso Lovreglio, ndr) di reperire sempre più soldi non è legata a bisogni personali o familiari ma è rivolta alle necessità dell'intero consorzio mafioso, finanche a quelle connesse all'esoso tenore di vita condotto da Tommaso Parisi», figlio di Savinuccio, cantante neomelodico: «Io mi muovo pure per far campare... per far fare la bella vita a lui», sarebbe stata la frase pronunciata da Lovreglio.

E’ poi lo stesso Lovreglio a parlare del suo rapporto con il titolare del gruppo Maldarizzi (che non risulta essere indagato) in una lunga intercettazione con Christopher Luigi Petrone, ritenuto suo «factotum e prestanome». «Tu se vedi il rapporto che tengo io con Maldarizzi e vedi il rapporto che tengono loro (si riferisce agli altri Parisi, ndr). Maldarizzi a Tommaso, mio cugino (cioè a Tommy Parisi, ndr), non me lo dice perché non si permette neanche di dirlo... però non lo vuole neanche sentire nominare! Come a lui gli altri zii miei... Gelatina (Michele Parisi, ndr), “L'impiccioso” (Nicola Parisi, ndr), là non si può avvicinare nessuno, là l'unico che ha sono io! Quello che voglio! Se io domani vado là e dico "mi devi dare la (incomprensibile) della Mercedes a me", cinque giorni, dieci giorni, venti giorni, un mese... io prendo la (incomprensibile) della Mercedes! Quella da centomila euro».

Lovreglio arriva a definirsi «padrone» dell’azienda vantandosi della «educazione, la cortesia e la soddisfazione che ho dato! Nel tempo gliene ho date di soddisfazioni! Nel quartiere... ho gestito a tutto il quartiere! E non solo! Andavano là all'officina là pagano tutti... tutti pagano... nessuno andava là e fa il tagliando e non pagare, non ci sta... non esiste... E io là entro ed esco tipo padrone! Senza menare ordini a nessuno! Senza... (incomprensibile)... sono io il padrone! Che tengo fiducia... tengo credibilità!».

LA REPLICA DELL'AZIENDA: "NOI ESTRANEI A TUTTO"

La misura di amministrazione giudiziale "ha il tipico e prioritario obiettivo di legge di sostenere e garantire la continuità aziendale oltre che la tutela del personale nell’ambito delle direttive impartite dall’autorità giudiziaria" in affiancamento "all’organo amministrativo in carica e all’intero management aziendale". "Tutela, quindi, in via prioritaria la continuità aziendale nella piena legalità e trasparenza dell’impresa, attraverso la gestione corrente dell’azienda e il contemporaneo accertamento di eventuali operatività a rischio da neutralizzare". È quanto dice in una nota il presidente del Cda dell'azienda barese, Francesco Maldarizzi. 

"L’Azienda e la relativa attuale Governance - prosegue la nota - continua ad essere pienamente operativa nel mercato, garantendo la regolare fornitura di beni e servizi sempre nel rispetto dei protocolli previsti dai Modelli Organizzativi di gestione e controllo. Parimenti operativosenza modifiche o restrizioni di poteri e funzioni – è il management aziendale che continua a svolgere i suoi compiti, affiancato dell’amministrazione giudiziaria, con i pieni poteri stabiliti dall’assemblea sociale in ottemperanza alle disposizioni del Codice civile". 

"L'azienda – fermo il totale supporto all’azione dell’Autorità Giudiziaria – sta costantemente interloquendo a supporto dell'amministrazione giudiziaria per chiarire e risolvere le criticità improvvisamente emerse, laddove effettivamente accertate, in ogni caso dissociandosi da condotte, se del caso, esclusivamente riferibili a taluni ex dipendenti o dipendenti rispetto ai quali saranno adottate tute le iniziative di legge a tutela della società e dei canoni di legalità dell’impresa". 

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