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Mafia a Bari, arrestato anche Tommy Parisi, cantante neomelodico figlio del boss

 
Redazione online

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Mafia a Bari, in carcere anche Tommy Parisi, cantante neomelodico figlio del boss

Quarant'anni, una vita tra musica napoletana e pagine giudiziarie: già condannato in primo grado per associazione mafiosa, è stato anche latitante e coinvolto in un giro di scommesse illegali

Lunedì 26 Febbraio 2024, 08:55

13:40

BARI - Neanche ventiquattro ore fa pubblicava su Instagram una storia con la canzone di Geolier in sottofondo, «I'p'me, tu p'te», arrivata seconda a Sanremo. Ma nel curriculum di Tommy Parisi, quarantenne figlio del boss di Japigia Savinuccio, finito in manette questa mattina tra gli oltre 100 arresti della polizia che ha inferto un duro colpo alla mafia barese, non ci sono solo la musica neomelodica, il selfie con Gigi D'Alessio dietro le quinte del concerto al PalaFlorio, il Festival di Napoli su Rete 4, dove ha partecipato più volte. Una nuova pagina giudiziaria si apre oggi per il cantante, già condannato in primo grado a 8 anni per associazione mafiosa e perpetuamente interdetto dai pubblici uffici. Il processo di secondo grado inizierà il 12 marzo 2024, in corte d’appello a Bari.

Parisi è stato condannato nel 2022 a conclusione del processo di primo grado «Do ut des», riguardante decine di episodi di estorsione a cantieri edili che si sarebbero verificati - secondo l’accusa - imponendo guardianie e carichi di merci da fornitori amici. Ma non è il solo risvolto giudiziario che ha dovuto affrontare: il suo nome era già noto anche perché nel 2019 patteggiò una pena a un anno e dieci mesi (pena sospesa) in quanto figurava tra i 14 imputati coinvolti nell’indagine della Dda di Bari su un presunto giro di scommesse online illegali, accusati a vario titolo per associazione a delinquere, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa e reati tributari, raccolta abusiva di scommesse, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa.

Tra gli imputati anche Vito Martiradonna e i figli Michele e Mariano, accusati di aver creato, tra il 2009 e il 2018, un sistema transnazionale di scommesse illegali online, stringendo accordi anche con gruppi malavitosi in Sicilia, Campania e Calabria. Tommy Parisi, che per un periodo è stato anche latitante, in quel frangente era stato accusato di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante mafiosa, e rispondeva di aver intestato fittiziamente a quattro prestanome altrettanti centri scommesse con sede a Bari e in provincia. 

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