Sabato 06 Settembre 2025 | 13:41

Bari, corteo funebre di 100 moto: 11 avvisi di fine indagine, «fu mafioso»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bari, corteo funebre di 100 moto: 11 avvisi di fine indagine

Per il reato di blocco stradale con l’aggravante mafiosa contestata dalla Dda. Il corteo accompagnò il feretro di Christian Di Gioia da Japigia al cimitero, con "inchino" sotto il carcere

Lunedì 22 Gennaio 2024, 21:31

23:17

BARI - Il corteo funebre del 24 giugno scorso con «inchino» davanti al carcere di Bari per l’ultimo saluto al 27enne Christian Di Gioia, morto la sera del 22 giugno dopo essersi schiantato con la sua moto sul ponte di San Pio a Japigia, avrebbe messo in scena un rito mafioso. Ne è convinta la Dda di Bari che ha chiuso le indagini su quello che i magistrati hanno qualificato come blocco stradale, contestando l’aggravante mafiosa nonostante il gip non l’avesse riconosciuta nell’ordinanza con la quale il 5 dicembre aveva disposto l’obbligo di dimora per undici persone.

Il pm Fabio Buquicchio ha fatto notificare agli indagati l’atto in cui è confermata l’iniziale ipotesi accusatoria: tre blocchi stradali consecutivi, dalle 11 in via Caldarola, a Japigia, alle 11.50 davanti al cimitero monumentale del Libertà, facendo tappa e sosta in luoghi simbolici: dopo l’uscita dalla chiesa della Resurrezione, la processione si è fermata davanti alla casa dello zio della vittima, Nino Mastrorilli, contiguo al clan Palermiti-Parisi, agli arresti domiciliari, il quale ha omaggiato il feretro del nipote affacciandosi al balcone; poi la casa di Christian in via Caduti Partigiani; quindi l’abitazione nella stessa strada del padrino Eugenio Palermiti, detto «il nonno», uno dei due «mammasantissima» di Japigia (l’altro è Savinuccio Parisi); infine la fermata di via Alcide de Gasperi difronte al carcere, dove era rinchiuso Domenico Sassanelli, suocero della giovane vittima...

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