BARI - A Bari l’Arca gestisce poco più di 8.700 alloggi di edilizia popolare (circa 20mila nell’intera area metropolitana) e di questi quasi 500 sono occupati abusivamente (il doppio in provincia).
Quella della casa è una delle principali emergenze che la città sta vivendo. E non a caso sarà uno dei temi sui quali si concentrerà oggi la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, in missione nel capoluogo. Tra gli incontri istituzionali previsti in giornata, i parlamentari vedranno Pietro De Nicolo, presidente dell’Arca Puglia Centrale, l’Agenzia regionale per la casa e l’abitare. A raccontare le dimensioni dell’emergenza basteranno i numeri.
L’Agenzia gestisce in proprietà un patrimonio complessivo di 20.804 alloggi (3.147 fabbricati) su un territorio che si estende complessivamente nei 41 Comuni dell’area metropolitana e in 7 della provincia Bat. La gran parte delle case popolari si trova nel capoluogo: 8.756 distribuite in tutti i quartieri. A questi si aggiunge la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune: 2.240 nella sola città capoluogo, 3.158 nell’intero territorio di competenza.
In tale quadro il problema delle occupazioni abusive è un’emergenza nell’emergenza. «Un fenomeno diffuso e necessitante di un intervento multisettoriale – spiega l’Arca – diretto al contrasto del fenomeno stesso e alla ricerca di soluzioni concrete idonee ad affrontare le diverse problematiche anche di natura socio-economica e di governo del territorio, oltre che di pubblica sicurezza, ad esso connesse».
Nei comuni della Città Metropolitana le occupazioni abusive sono 969. Più della metà sono a Bari (499, il 5,6% del totale delle case in gestione) ma nonostante il numero assoluto più alto, non è il territorio che sta messo peggio. L’incidenza del fenomeno, infatti, risulta maggior in alcune realtà locali che, per quanto caratterizzate da una popolazione residente inferiore rispetto ad altri centri abitati di maggiori dimensioni, risultano caratterizzate da una percentuale di occupazioni abusive particolarmente rilevanti. È il caso di Corato, dove a fronte di 602 alloggi popolari, ne risultano occupati abusivamente 63 (10,4%): o di Gravina, dove su 438 alloggi, ben 48 risultano occupati abusivamente (10,9%).
Le casistiche più ricorrenti comprendono l’occupazione di alloggi liberi perché non ancora assegnati o non ancora consegnati agli aventi diritto; la presa in possesso, anche in modo violento o clandestino, di abitazioni legittimamente assegnate ad altri, soprattutto nell’ipotesi di persone anziane temporaneamente assenti; la illecita trasmissione del possesso dell’alloggio dal legittimo assegnatario ad altri, parenti o amici; le assegnazioni provvisorie poi non confermate o la perdita del diritto all’assegnazione. Negli ultimi anni, poi, l’Agenzia si è trovata ad affrontare il particolare fenomeno legato all’occupazione abusiva delle sale condominiali e alla chiusura impropria di porticati, con allacci altrettanto abusivi (e spesso pericolosi) agli impianti idrici ed elettrici. Con riferimento ad alcune palazzine nel quartiere San Paolo dove questo è stato accertato, in 34 sono finiti a processo (l’Arca ha annunciato che si costituirà parte civile). La Polizia locale di Bari lo scorso anno ha inoltre denunciato 83 persone per l’occupazione abusiva di 66 alloggi.
È pur vero, sottolinea l’Arca, che «la mancata esecuzione degli sgomberi disposti dall’autorità giudiziaria nella maggioranza dei casi non dipenda tanto da indisponibilità della forza pubblica, bensì dalla carenza di soluzioni alloggiative alternative per i soggetti che occupano abusivamente gli immobili, ma che al contempo si trovino in condizioni di oggettiva vulnerabilità».