BARI - La festa del popolo di centrosinistra a Lecce, con oltre 4300 votanti, ha non solo tirato la possibile volata a Carlo Salvemini verso il bis, ma ha anche confermato come le basi dei partiti progressisti apprezzino la modalità-gazebo per scegliere i propri leader o candidati. Il successo salentino delle primarie - apprezzato persino da Gianni De Blasi della Lega («quando i processi decisionali vengono determinati dal basso, la politica tutta deve esserne contenta, ma Lecce ha bisogno di un cambio di passo su tutti i temi») - riapre così il dibattito sulla possibilità di farle anche a Bari, dove è cristallizzata una spaccatura tra l’ala Pd-civiche emilianiste e la sinistra identitaria schierata con Michele Laforgia, e non si vede - al momento e nonostante il lavoro dei mediatori - un orizzonte che rinsaldi le fila della coalizione.
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