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Bari, movida molesta: il codice non piace ai residenti

 
Rita Schena

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Rita Schena

Bari, stretta sugli orari della movida, si chiude entro le 2.30

Murattiano e umbertino: «Decisioni prese sulle nostre teste, non esistono solo i commercianti»

Martedì 31 Ottobre 2023, 13:29

BARI - «Io mi sento preso in giro. Leggere che “pace è fatta tra Comune e locali della movida con chiusure stabilite a mezzanotte nella settimana e alle due di notte nei week end” sinceramente mi offende come residente». N.L. è un medico che vive nel centro murattiano, con altri è stato una delle voci critiche contro l’ipotesi di pedonalizzare via Melo.

«Questa “pace fatta”, io mi chiedo, è stata fatta con chi? Non certo con noi residenti. Il sindaco si è confrontato con le associazioni di categoria, ma noi? Ecco questo mi offende, decisioni prese sulle nostre teste e solo per salvaguardare gli interessi economici. Ma i nostri interessi? Che abbiamo perso il nostro riposo, che non possiamo vivere tranquilli, che in estate non possiamo tenere le finestre aperte, persino poter vedere la televisione è impossibile. Tutti i nostri diritti di residenti, chi li difende?».

critiche N.L. è un fiume in piena e con lui anche altri. «Noi abitiamo in un palazzo antico, di quelli con mura spesse, ma comunque reggere la musica ad alto volume è impossibile – spiega una coppia -. I locali sotto di noi non sono minimamente insonorizzati, senti queste onde di suono che rimbombano. È tremendo. Non sei libero di sentirti stanco o di stare poco bene e magari pensare di andare a letto alle 22, perché ti trema il letto».

«Non vogliamo passare per bacchettoni – sottolinea N.L. -, ma qui si cancellano i diritti di centinaia di cittadini a fronte dell'interesse dei commercianti. Poi si lamentano che il centro città si spopola. Non vogliamo fare di tutta l'erba un fascio, ci sono attività commerciali che valorizzano la città, ma tutto questo moltiplicarsi di locali dove si beve, dove se non c'è la musica sparata non ci si diverte, bisogna venire a vivere nelle nostre case per rendersi conto che la convivenza è impossibile». «Io ho il posto auto nel palazzo dove vivo - incalza - le pedane che il locale sotto casa ha realizzato per ospitare i suoi avventori, mi rendono la manovra per parcheggiare molto più difficile, per non parlare della visuale che è ostruita tra dehors e piante ornamentali. Alla fine la mia proprietà ne ha una evidente diminuzione di valore. Quindi chi commercia continua a guadagnare ed io a perderci?».

decibel «Da noi, a casa, siamo stati costretti a far interventi strutturali per cercare di insonorizzare il più possibile il nostro appartamento – spiega una signora -. In estate viviamo con l'aria condizionata e chiusi completamente, la sera è impossibile aprire le finestre nonostante abbiamo un bell'affaccio sul mare. Abbiamo un bambino e riuscire a farlo dormire è un'impresa, ci sentiamo topi in trappola e no, non è giusto».

Esigenze che confliggono. Da una parte specie i più giovani con il desiderio di ritrovarsi, inevitabilmente non in punta di piedi, dall'altra chi abita al fianco di localini e pub e magari lavora tutta la giornata e la sera vorrebbe anche rilassarsi se non nel silenzio almeno non tra il baccano. I più penalizzati sono i proprietari o comunque chi vive nei piani più bassi, praticamente a contatto coi locali della movida. «Non siamo contrari alle attività commerciali o alle pedonalizzazioni. Ci sono spazi che ne hanno avuto un beneficio estetico e di riqualificazione – sottolineano -, ma tutti questi locali tra l'Umbertino e il Murattiano sono solo fracasso e sporcizia. C'è una concentrazione troppo alta di locali dove si beve e si mangia. La mattina presto venite a farvi un giro per le strade dove noi viviamo: bottiglie e bicchieri ovunque da costringere gli operai Amiu a un doppio lavoro, per non parlare di cosa succede quando qualcuno nella notte si sente male magari per il troppo alcool bevuto. Ci sono angoli che puzzano tanto che sembra che persino le pietre si siano impregnate di vomito o urina. Non è decoro, altro che chiudere a mezzanotte. Qui si deve decidere se si vuole trasformare il centro città in un unico spazio dove i giovani possono sfrenarsi, o se ci si tiene anche a chi ci abita, oltre che al decoro».

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