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Salvini in Fiera del Levante, scontro Pd-Lega «Solo favolette». «Uno statista»

 
michele de feudis

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Salvini in Fiera del Levante, scontro Pd-Lega «Solo favolette». «Uno statista»

Le polemiche tra coalizioni: Lacarra attacca il vicepremier, difeso da Romito: «Ha parlato di sviluppo e progetti»

Lunedì 11 Settembre 2023, 09:57

11:17

BARI - Il clima armonioso registrato all’inaugurazione della Fiera del Levante, con le convergenze parallele tra il vicepremier Matteo Salvini e il governatore Michele Emiliano.

Se il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini ha abbandonato la sala durante l’intervento del leader leghista, il deputato Pd Marco Lacarra ha attaccato frontalmente il ministro, criticando così il suo intervento: «Ci aspettavamo di più. Attendevamo informazioni sul Pnrr, sulla messa a terra del Fsc. Invece abbiamo ascoltato la bella favoletta di Salvini, poco attenta ai contenuti e a quello che Bari e la Puglia si aspettano dal governo».

In difesa del leader che domenica prossima a Pontida aprirà la campagna per le elezioni europee con la leader della destra patriottica francese, Marine Le Pen, sul palco (lì ci saranno anche centinaia di pugliesi), è intervenuto il consigliere regionale della Lega Fabio Romito: «È stata una inaugurazione piena di emozione e grandi prospettive, impreziosita da un discorso da statista che Matteo Salvini ha rivolto alla platea». Sui contenuti ha aggiunto: «Sviluppo, autonomia decisionale, riscatto, futuro e riconoscimento del ruolo centrale della Puglia e di Bari per la crescita del Paese, sono alcuni degli spunti emersi» nell’intervento del leader lombardo.

A Lacarra il consigliere leghista ha replicato così: «Dispiace che aspiranti (ma molto aspiranti) successori del sindaco Decaro - come Lacarra- non abbiano mancato di sporcare una bella giornata di armonia istituzionale con inutili e banali veleni propagandistici, propri di chi fa politica distruggendo piuttosto che costruendo». «Non è questo - ha puntualizzato Romito - il futuro che immagino per Bari. Il dopo Decaro deve partire proprio da questa considerazione: voltare pagina rispetto a 20 anni di sinistra, perché l’alternanza è un valore democratico fondamentale per non alimentare rendite di posizione e per evitare pericolose “dinastie”». Romito ha anche elogiato lo sforzo organizzativo del neopresidente della Nuova Fiera Frulli, e ha apprezzato la relazione del sindaco Antonio Decaro: «Sono stato fermo oppositore di Decaro per dieci anni, ma la sua sincera commozione nel lasciare la fascia tricolore racconta una passione politica sana e bellissima che deve essere considerata un patrimonio da tutti, destra e sinistra». Questa la conclusione del politico della Lega, che alle comunali di Bari potrebbe scegliere di non presentarsi con il simbolo di Alberto da Giussano: “La costruzione di un sud migliore è stato il tema su cui le istituzioni hanno cercato in ogni modo di incrociare il proprio lavoro per il futuro. Questa è la vera “forza del levante” il resto sono solo stonature».

Il clima ecumenico che si respirava nei padiglioni fieristici è stato accompagnato anche da qualche aneddoto che aiuta a non confondere i perimetri delle coalizioni. Matteo Salvini ha ribadito che il centrodestra punta a vincere le amministrative a Bari e Lecce: «In passato in Puglia ci siamo fatti del male da soli, dividendoci, litigando e polemizzando. Questa volta non vogliamo sbagliare», ha chiosato. E ha dichiarato di essere favorevole al terzo mandato per i governatori con una aperta che renderebbe (se ci fosse anche un passaggio legislativo) a Emiliano di tentare il tris, ipotesi che non scalda i meloniani e che potrebbe destabilizzare i progetti futuri di Antonio Decaro (candidato in pectore per succedere all'attuale presidente dem).

Un cortocircuito, infine, è legato al plauso che Emiliano ha riservato al discorso di Salvini e al progetto del Ponte sullo Stretto, utile per le commesse che darà all'ex Ilva: «Apprezzo il cambiamento di stile di comunicazione del ministro e ho apprezzato praticamente ogni parte del suo discorso. Mi auguro che possa riportare alla Meloni le questioni che abbiamo posto. Sul Ponte c’è una maturazione del progetto che dentro una logica europea comincia a trovare giustificazione». Questo passaggio finale, di fatto, configura un disallineamento dalla posizione della segretaria dem Elly Schlein, che in parlamento aveva bocciato l’infrastruttura cara a Salvini e al centrodestra, definendola “un progetto costosissimo, dannoso e anacronistico».

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