BARI - «Il movimento politico Riprendiamoci il futuro non ha nulla a che vedere con la criminalità organizzata. Non è un circolo della birra, ma un movimento che fa attività politica e sociale e ha al proprio interno anche una sezione dedicata alle donne». E’ quanto ha chiarito oggi, dinanzi al Tribunale di Bari, Luigi Cipriani nell’ambito del procedimento a carico del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, da lui querelato nel 2018 per il reato di diffamazione a mezzo stampa.
Stando all’imputazione formalizzata dal pm Marcello Quercia, il governatore pugliese, nel corso di una trasmissione televisiva in onda su Rete 4 il 13 settembre 2018, commentando la visita dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, a Bari proprio quel giorno, avrebbe diffamato l'ex consigliere comunale e responsabile del movimento Riprendiamoci il futuro Cipriani, che accolse Salvini nella sede del movimento, nel quartiere Libertà , dove l’ex ministro tenne anche un comizio, «insinuando negli spettatori l’esistenza di un legame tra Cipriani, il suo movimento politico e la criminalità organizzata».
Cipriani, assistito dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto, querelò il presidente per quella affermazione e nel processo, dopo la citazione diretta a giudizio, si è costituito parte civile, anche per conto del suo movimento politico. L’udienza è stata rinviata al prossimo 18 gennaio, per l'audizione dei testimoni della parte civile. L’istruttoria dibattimentale si chiuderà il 14 marzo 2014, giorno in cui è calendarizzato l’esame di Emiliano (che in qualità di imputato può anche decidere di evitare l’escussione) e di alcuni testimoni della difesa, fra i quali il sindaco di Bari Antonio Decaro. La sentenza è attesa prima dell’estate prossima.