Passata una certa età (fate voi) durante la canicola bastano un albero e una panchina per dare serenità all’anima; questo succede soprattutto se nelle case non si può stare nemmeno con i ventilatori a manetta, se il mare è troppo lontano, se non c’è un ipermercato dove andare a rifugiarsi per avere gratis la frescura. Passata una certa età (fate ancora voi) nelle ore più afose per prima cosa bisogna distrarsi; è consigliabile ossigenarsi all’aperto con quelli della stessa età, parlando di costose visite mediche, che caspita è lo «spid», i conoscenti morti all’improvviso o di cosa si mangerà a mezzogiorno. Ma due elementi sono indispensabili: una seduta legnosa e l’ombra a bassa temperatura, perché il terribile anticiclone africano fino al tramonto non lascia scampo.
Il cambiamento climatico procura ferite sociali; poche volte il maestrale si mette a sfebbrare il caldo estivo, lo scirocco si ribadisce insistentemente sulla costa adriatica, le correnti fresche del nord sono illusorie come i contributi figurativi dell’Inps. Insomma a Bari-città la risposta migliore all’afa, non disponendo di panchine ventilate è ripararsi sotto un’ombra d’autore. I proletari non climatizzati devono peregrinare sul territorio urbano fino a quando non trovano un albero solidale che abbia la reputazione migliore del fico selvatico.
Il posto che vi suggeriamo è il cortile interno della Ex Manifattura dei tabacchi. Attorno ad una fontana che non funziona ad acqua dai tempi della monarchia di De Lucia, illo tempore furono collocati tanti alberi, oggi visibilmente abbandonati. Nella gigantesca struttura pubblica del Libertà da poco sono iniziati i lavori di ristrutturazione che daranno tanti posti di lavoro agli scienziati del Cnr, ma quel cortile da cartolina triste continua ad essere per noi popolani l’eredità duratura di una amministrazione disabile.
Ebbene ai quattro angoli della fontana disidratata noterete in posa vip 4 giganteschi alberi della specie Celtis australis; sono i simpaticissimi bagolari che meriterebbero un grant comunale, per l’assistenza gratuita e garantita agli anziani. I bagolari sono alberi longevi, plurisecolari; resistono all’inquinamento urbano e attenuano le grida dei commercianti che nel mercato ortofrutticolo, con la voce a grimaldello, vendono i prodotti dell’agricoltura e della pesca. Sotto di essi si fermano a riposare sulle ombrose panchine i nuovi generi umani: gli uomini con la pancia; le donne con le palle, gli stranieri in sopravvivenza; spesso c’è qualche litigio tra di loro e, in assenza di pacieri o di carabinieri, per un paio d’ore il silenzio diventa la perdita più grave. Al centro della piazzetta della ex Manifattura penetra un sole sporco, il mercato adiacente continua ad essere il più malridotto e fatiscente della città, ciò nonostante confermiamo che se si vuol oziare senza soffocare per l’aumento della temperatura, all’ombra dei bagolari troverete un ottimo livello di refrigerio e piacevolezza. Provare per credere. Infine, sappiate che se siete cattolici praticanti, nel periodo della fioritura di questi maestosi alberi, potete raccogliere i noccioli essendo durissimi sono adattissimi ai rosari, così salverete l’anima oltre che il corpo.