Il dottor Nando Vincenti da 6 mesi dirige il dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Ircss «de Bellis» di Castellana Grotte, un centro ad alto volume di attività chirurgica.
Ci può fare un report sui suoi primi sei mesi di attività presso l’IRCCS?
«La verifica dei dati inerenti le attività chirurgiche eseguite presso l’Istituto ha messo in evidenza un importante e significativa risposta alle esigenze della comunità pugliese e non, in termini di prestazioni ad alta complessità».
Si possono tradurre in cifre questi risultati?
«Presso la Chirurgia Generale 1 sono stati eseguiti in circa 6 mesi 530 interventi chirurgici, la gran parte per patologia oncologica e infiammatoria del tratto gastroenterico. Nello specifico, 70 resezione del retto, 170 del colon (120 per neoplasia), 25 gastrectomie, 20 pancreasectomie, 25 resezioni epatiche e 5 esofagectomie. La maggior parte di questi interventi sono stati condotti a termine con tecnica mini-invasiva».
Questi dati identificano il «de Bellis» come centro “ad alto volume”. Quali sono le condizioni che hanno consentito questa specie di exploit?
«La risposta è molto semplice e coinvolge tutte le componenti dell’Istituto. La direzione strategica (il direttore generale, dott. Stallone, il direttore Sanitario, dott. Di Paola e il direttore amministrativo, dott. Luongo), sempre vicina e disponibile per quelle che sono le esigenze dei professionisti e dei pazienti. Il Civ con il suo presidente, il dott. Delvecchio, che indica gli obiettivi e ne verifica il conseguimento. La direzione scientifica, guidata dal prof. Giannelli, che dà lustro e visibilità internazionale all’IRCCS grazie ad un’intensa attività di ricerca (82 pubblicazioni nell’ultimo anno) che consente anche di intercettare linee di finanziamento dedicate (circa 6 milioni di euro per il 2022). Un team formidabile è inoltre quello delle gastroenterologie che eseguono migliaia di prestazioni diagnostiche e terapeutiche e che sono punto di riferimento non solo in ambito regionale. Un’oncologia moderna, una radiologia tecnologicamente e professionalmente all’avanguardia garantiscono la gestione multidisciplinare di numerosi casi complessi. Una citazione particolare meritano i miei collaboratori, il gruppo degli anestesisti e rianimatori che gestiscono al meglio il perioperatorio dei pazienti. Un moderno laboratorio analisi e una anatomia patologica in grado di eseguire esami ad alto impatto tecnologico. Nessun risultato positivo sarebbe inoltre conseguibile senza il contributo entusiastico degli infermieri di sala operatoria e di reparto che ricevono quotidiane attestazioni di stima e riconoscenza da parte dei pazienti ricoverati».
Quali sono i progetti in cantiere per potenziare ulteriormente questo centro?
«Innanzitutto la imminente acquisizione della tecnologia robotica nell’ambito di un progetto finanziato sul filone della telemedicina. Poi vorrei citare con un pizzico di orgoglio il recente arruolamento del “de Bellis” come centro per il trattamento chirurgico della malattia da reflusso gastroesofageo con la nuova metodica denominata “RefluxStop” con la quale sono state eseguite con successo le prime tre procedure».