BARI - «Non c'è due senza tre!» Sappiamo, per sentito dire, che i proverbi hanno una certa dose di razionalità, ma questo appena citato nella storia della Logica avrebbe l’Oscar della illogicità. Infatti dovrebbe essere vero il contrario, cioè che non c’è il 3 senza 2, ma forse è meglio chieder la consulenza a qualche illustre matematico. Comunque utilizziamo il motto contraddittorio, ricordando ai tifosi biancorossi che Pignataro ha già tagliato i baffi due volte per le promozioni in serie A; quindi possiamo prevedere gli effetti del ritorno in campo contro il Cagliari. Colino ha festeggiato questo mese gli 80 anni e non vuole aspettare ancora per far cadere sotto le forbici il simbolo facciale della sua comicità.
Che affiliazione hai avuto con il Bari?
«Mio padre, un camionista senza vizi, era tifosissimo del Bari. Mi portò lui in curva nord a un Bari Taranto finito 2-0. Ero bambino, per farmi vedere il campo mi tenne sulle sue spalle. Quel giorno ho interiorizzato la squadra del mio cuore. Lui era superstizioso. Vedevo che spesso girava il cuscino sotto il culo e si risiedeva sopra. “Papa perché giri il cuscino?” gli chiesi, incuriosito. “Perché una volta l’ho girato e il Bari ha fatto il gol!” (Questo sempre per continuare ad affermare l’importanza della Logica nelle azioni umane)».
Nicola dicci tre ricordi che conservi.
«Fui presente in una partita nella quale Erba con una testata spedi il pallone verso la rete, ma la palla si fermò sulla linea bianca. Erba non si scompose, si stese per non cambiar la dinamica del gol e spinse il pallone oltre la linea sempre con la testa».
«Caput imperare, non pedes»… hai altro?
«Ho visto segnare un gol di Cicogna da calcio d’angolo; fantastico!»
Si chiama «effetto Magnus». Si colpisce il pallone con l’interno facendolo girare come una trottola. Infine?
«In una Bari-Napoli portai in gradinata mia moglie che gioiva per le imprese dei partenopei, essendo di origina napoletana. Un aristocratico del tifo che conosceva perfettamente il Galateo mi disse in idioma da idiota: “Colin, falla sta citt’ a chedd!” Da allora Rita non è più venuta allo stadio».
Perché iniziasti a tagliarti i baffi?
«È una emulazione. Io seguivo le imprese di Peppino Cusmai “Il Napoleone dei tifosi” che aveva un bar-drogheria in via Fieramosca, dove vendeva i biglietti dello stadio e organizzava le trasferte. Cusmai ogni volta che il Bari veniva promosso tagliava i baffoni. Lui morì, ma io non dimenticai quel simpaticissimo rito. Nel 1984-85 il Bari allenato da Bolchi fu promosso e io concordai con la tifoseria di sostituirmi a Cusmai nel taglio del baffo. Lo facemmo in piazza Prefettura, su un palco gentilmente offerto dal sindaco. Al capezzale dei miei peli si riunirono Gianni Roman, De Lucia, i Matarresi e tantissimi sostenitori».
La seconda volta?
«Campionato 1988-89, allenatore Salvemini da Molfetta. Io ero già un attore famoso. Il Bari fu promosso e la potente divinità (Tonino Matarrese) organizzò un’amichevole Bari-Inter per festeggiare; vennero al vecchio stadio 38 mila spettatori. Maurizio Micheli e Lino Banfi si sacrificarono a far da valletti al sindaco e al presidente della squadra. Matarrese e De Lucia litigarono per impadronirsi delle forbici. Io temetti che mi tagliassero il naso, poi venne il barbiere».
E ti sei preparato per la terza volta?
«Sono ancora propenso a farlo. De Laurentis organizzi una partita amichevole con il Siviglia. Andiamo allo stadio e mi sottopongo al taglio propiziatorio del Barbiere».
E se non venisse il Barbiere da Siviglia?
«Me li farei tagliare da Maiellaro perché lui c’era l’altra volta o da Antenucci perché lo stimo come giocatore anziano e istruito con laurea. Io sono anziano e geometra con il doppio dei suoi anni».
Hai comprato il biglietto del San Nicola?
«No. Sarò in trasmissione a Telebari dalle 5 a mezzanotte; forse abbiamo esagerato, ma ho patteggiato prima le condizioni. Voglio vedere la partita in diretta e non con la differita in studio di qualche secondo. Giovedì scorso Tamborra, lui in collegamento reale, gioia o pativa in anticipo, togliendomi la sorpresa. Questa volta Enzo andrà in tribuna stampa, perciò sarò solamente io a suscitare emozioni e nello stesso tempo fierezza biancorossa».
LA CITTA' SI VESTE A FESTA
E sono tante le zone della città che si sono addobbate con i colori biancorossi per celebrare la squadra: qui una testimonianza dal quartiere Loseto