BARI - Scoperta risalente all'epoca medievale in una chiesa di Acquaviva delle Fonti: durante i recenti lavori di restauro degli interni della piccola chiesa dedicata alla Madonna della Stella, nota come “Madonna del Carmine” ad opera dell’architetto Anna Maria Lucarelli e voluti da don Peppino Pietroforte e da S.E. Mons. Giovanni Ricchiuti - nonché finanziati con il contributo 8×1000 alla Chiesa Cattolica – è venuta alla luce una botola di una antica fossa mortuaria risalente al 1571. Ad annunciarlo è lo studioso e storico acquavivese Nunzio Mastrorocco: «Come è noto in epoca medievale si diffuse l’usanza di consentire le sepolture all’interno delle chiese. La motivazione per cui vennero scelti questi luoghi di inumazione era la vicinanza a spazi circostanti consacrati (da qui la definizione ‘camposanto’). Generalmente personaggi importanti o comunque di classe agiata erano sepolti il più possibile vicino agli altari o al santo cui la chiesa era, appunto, dedicata; molte famiglie nobili disponevano di una propria cappella all’interno dell’edificio sacro, in cui si potevano riporre le spoglie della casata dopo il pagamento della “quarta funeraria” (in Acquaviva si vedano, ad esempio, le chiese di San Domenico e Santa Maria Maggiore», sottolinea in una nota.
La pietra tombale rinvenuta nella chiesetta era a copertura di una botola funeraria che riporta un'epigrafe, sotto la quale si leggono quelle che potrebbero essere delle cifre ammezzate incise a scavalco tra 2 pietre. «Quella inferiore - spiega Mastrorocco - è chiaramente postuma rispetto a quella superiore e non consente una inequivocabile datazione. Dalla pietra superiore, però, è possibile ipotizzare la seguente incisione I S 7 I, ovvero, 1571. In tal caso, per la prima volta sarebbe possibile assegnare a questa fabbrica una data certa».