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«Niente posti letto, ci pensa Foggia», dopo il rifiuto del Policlinico la donna di Capurso sarà ricoverata

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

«Niente posti letto, ci pensa Foggia», dopo il rifiuto del Policlinico la donna di Capurso sarà ricoverata

Angela Valerio con il marito

La 62enne è assistita e curata da febbraio a Putignano. Ora ha bisogno di una struttura adatta per la riabilitazione nel capoluogo. Anche la Mater Dei ha declinato: non c’è una Nefrologia strutturata né la possibilità di occuparsi delle disfunzioni respiratorie

Mercoledì 24 Maggio 2023, 08:45

L’attesa è finita. Dopo 100 giorni trascorsi in Terapia intensiva, Angela Valerio, barese 62enne, residente a Capurso, lascerà la Rianimazione dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Putignano per essere trasferita, come anticipato dalla Gazzetta, nel reparto di Medicina fisica e riabilitativa degli Ospedali Riuniti di Foggia, a seguito dell'interessamento diretto di Giuseppe Pasqualone, direttore generale del Policlinico foggiano. La donna, per la quale si è cercato per giorni un ricovero in una struttura della città che le permettesse di ricevere cure adeguate, lascerà il Barese domani e sarà presa in carico dalla équipe del professor Andrea Santamato. «Ho letto la storia di questa signora sulla Gazzetta - ha affermato Pasqualone - e ho immediatamente chiesto al professor Santamato di ospitarla. Ci sono stati diversi contatti con Putignano, anche per comprendere appieno le condizioni della paziente. Dopodiché è stato programmato l’ingresso, nonostante nel reparto sia in corso una ristrutturazione che ci impedisce di avere a disposizione dieci posti letto. Ma era necessario venire incontro a questa famiglia».

Dal Santa Maria degli Angeli confermano, dopo che nelle scorse ore, oltre al confronto con l’ospedale foggiano, ci sono state altre telefonate per comprendere se fosse possibile evitare di spostare la 62enne dal territorio in cui abita la famiglia e per valutare una eventuale soluzione ponte: affidarla a una Rsa di Mola, in attesa di trovare un altro presidio. Grazie alla disponibilità dei Riuniti, quest’ultima ipotesi è stata scartata, con il benestare dei congiunti di Angela Valerio, disposti a un sacrificio (la distanza da casa è notevole) pur di garantirle la migliore assistenza possibile. Nel capoluogo dauno la paziente potrà non soltanto ricominciare la riabilitazione neuromotoria e respiratoria, ma sarà seguita anche per le altre patologie da cui è affetta, compresa quella nefrologica («da questo punto di vista - afferma la dottoressa Caterina Diele, responsabile di Anestesia e Rianimazione del Santa Maria degli Angeli - la signora, che è arrivata qui con una insufficienza renale, ha recuperato. Non ci sono impedimenti al trasferimento»).

Proprio la necessità (passata ed eventualmente futura) di andare in dialisi ha indotto la Mater Dei, che si era ipotizzato potesse essere una alternativa, a negare il ricovero, non essendoci, nella struttura privata convenzionata di via Hahnemann, una unità operativa di Nefrologia strutturata (normalmente i pazienti si recano nel presidio adiacente al Pediatrico per il trattamento, ma senza ricovero) né la riabilitazione respiratoria. Tra le righe, però, dopo le accuse non troppo velate da parte dei camici bianchi di Putignano, anche dai sanitari della Mater Dei (che peraltro deve fare i conti con il budget a disposizione) arrivano strali (e ironie) nei confronti del Policlinico. «È un ospedale pubblico, è organizzato per affrontare qualsiasi situazione, ha i più bravi in assoluto, non è normale che non abbia posti per la paziente. Fra l’altro ci è già capitato un caso simile, brillantemente risolto, ma è meglio evitare i dettagli. L’azienda ospedaliero universitaria deve darsi una regolata».

Le mancanze (presunte e reali) del Policlinico di Bari sono state evidenziate, nel caso di Angela Valerio, in una lettera inviata alla Gazzetta dalla famiglia, con la quale si chiedeva («in ginocchio») un aiuto per trovare una soluzione, vista la riluttanza a ospitare la paziente da parte dall’unità di Medicina fisica e riabilitativa (che si difende sottolineando il numero risicato di posti letto, soltanto 8 anziché 40, da quando tre anni fa c’è stato il trasferimento da Asclepios al piano terra di Ortopedia, con gli uffici e gli ambulatori spostati nel padiglione Balestrazzi, e un organico sottodimensionato, che impedirebbe una assistenza puntuale). «Prima di essere ricoverata nella Rianimazione di Putignano - ha scritto la figlia Milena Graziosi - mia madre è stata operata per una emorragia cerebrale e ricoverata in Terapia intensiva al Policlinico di Bari dal 3 aprile al 12 ottobre dell’anno scorso, trasferita poi a Villa Verde a Lecce (una casa di cura convenzionata - n.d.r.) e parzialmente riabilitata. Quindi, il 1° febbraio è stata portata al Maugeri per continuare il trattamento, dove è rimasta solo 15 giorni, peraltro costretta in isolamento per una colonizzazione batterica dell’intestino. Infatti, a causa di una polmonite determinata dal Covid (con grave insufficienza respiratoria - n.d.r.) , è stato necessario riportarla di nuovo in Rianimazione, in questo caso a Putignano (tuttora centro di riferimento della Asl per i malati Covid che necessitano di terapia intensiva - n.d.r.), dove è ospitata ormai dal lontano 15 febbraio. La nostra richiesta di intervento, che non ha ricevuto risposta da nessun ospedale (almeno finora... - n.d.r.), è disperata in quanto lei, tracheostomizzata e alimentata mediante la PEG, avrebbe bisogno di fare riabilitazione neuromotoria e respiratoria. Peraltro potrebbe avere nuovamente bisogno di fare dialisi settimanale, anche se al momento non ne necessita».

Tutto è bene quel che finisce bene. Resta sottotraccia, però, la situazione esplosiva al Policlinico, dove da Medicina Fisica e Riabilitazione aspettano di tornare a lavorare pieno regime. Dalle corsie trapela che proprio qualche giorno fa, all’inaugurazione di un corso di formazione, il direttore generale Giovanni Migliore in persona abbia, davanti a Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, riconosciuto il sacrificio della équipe della professoressa (direttrice della unità operativa) Marisa Megna. Per ora, però, non si conoscono le intenzioni (nonostante gli impegni presi pubblicamente). Al momento, laddove in passato c’era il reparto, al primo piano di Asclepios resta la Rianimazione. Nel frattempo, Medicina fisica riabilitativa fa fatica a gestire il lavoro quotidiano (a volte non si è in grado nemmeno di mandare i fisiatri in altri reparti per le consulenze) con conseguenze drammatiche per i pazienti. L’osservazione più recente è di Gianni Romito, presidente della società sportiva di basket HBari2003. «Quando un’eccellenza come l’Unità Spinale del Policlinico di Bari tornerà alla sede naturale e alla sua vecchia, piena operatività, in modo da rendere un degno servizio alle persone affette da lesioni midollari e non solo?».

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