BARI - Sarà che le materie prime sono in discesa (vedremo oggi cosa deciderà Arera per il gas: si prevede un -17% rispetto a un mese fa, mentre per la luce bisognerà aspettare la fine del primo trimestre), ma di fatto le famiglie baresi saranno costrette a sborsare comunque una somma considerevole per la fornitura di metano ed energia elettrica, soprattutto se si considerano le condizioni di un paio di anni fa. Ciò nonostante, secondo i dati definitivi, elaborati e forniti da Amgas alla Gazzetta, i consumi nel 2022 di gas da parte delle circa 100mila utenze domestiche (molto più contenuta la platea che ha scelto la municipalizzata per l’energia elettrica), sono pari a 68,2 milioni di metri cubi rispetto ai 66,7 milioni del 2021, con un incremento dunque del 2,2%.
A incidere è soprattutto il primo trimestre dello scorso anno (42,7 milioni, rispetto ai 32,7 di gennaio-marzo 2021, +30,6%), capace di compensare il crollo del quarto trimestre (15,1 milioni da ottobre a dicembre 2022 a fronte di 23,1 milioni del 2021, -34,6%) che per gli analisti della azienda non è imputabile tanto ai prezzi in ascesa (fattore invece prevalente nell’industria) quanto essenzialmente al fattore climatico. Insomma, è stata la mitezza dell’inverno a far scendere la domanda (che poi è uno dei motivi, insieme al riempimento degli stoccaggi, per il quale il costo della materia prima è progressivamente diminuito), condizione che non si è verificata in passato: fra gennaio 2023 e dicembre 2022 sono stati venduti 20 milioni di metri cubi, rispetto ai 37 milioni del periodo gennaio 2022-dicembre 2021 (-45,9%), ai 36,7 milioni di gennaio 2021-dicembre 2020, ai 34 di gennaio 2020-dicembre 2019 e ai 41,1 di gennaio 2019-dicembre 2018, fra i più rigidi degli ultimi anni.
ANOMALIA - Le famiglie baresi, dunque, devono ringraziare l’anomalia di questa stagione se hanno potuto risparmiare. Del resto, per quanto si cerchi sempre la migliore proposta, nel mercato domestico la competizione comporta differenze pressoché trascurabili, visto che l’impatto sulle tasche dell'utente oscilla di qualche centesimo al metro cubo. Insomma, un barese, il cui consumo medio (dato Amgas) è in media di 600 metri cubi all’anno, può riuscire a risparmiare in un anno poche decine di euro. Sempre che non si sia ritrovato con un contratto a tariffa fissa, magari stipulato due anni fa, in scadenza. In questo caso, in base all’Osservatorio Tariffe di Segugio.it e SOStariffe.it, una famiglia tipo (consumo annuo di 2.700 kWh di energia elettrica e 1.400 Smc di gas naturale), che a gennaio 2021 ha appunto attivato una tariffa a prezzo bloccato per 24 mesi, dovrà fare i conti da febbraio (le fatture arriveranno prossimamente...) con una rimodulazione tariffaria che, con le attuali condizioni del mercato, porterà a un aumento della spesa annua per luce e gas di oltre 2.100 euro.
Nel corso del 2022, i fornitori, adeguando il costo al kWh dell’energia elettrica ed il costo al metro cubo del gas per rendere sostenibile l’attività di vendita di energia ai clienti finali, hanno infatti in più occasioni avviato delle modifiche unilaterali dei contratti (con un conseguente drastico aumento dei costi), seguendo due strade parallele: modificando in base a quanto predeterminato dal contratto alla fine del periodo promozionale o variando dopo la fine della promozione stabilendo condizioni tariffarie non già stabilite. Nel primo caso si prevede, ad esempio, l’attivazione di una offerta con prezzo dell’energia scontato del 50% per due anni rispetto al prezzo standard fissato dal fornitore. Poi, al termine dei 24 mesi di promozione, la tariffa si aggiorna con l’applicazione del nuovo prezzo. Altrimenti, al termine della promozione, il fornitore rimodula la tariffa definendo un nuovo prezzo sulla base delle mutate condizioni di mercato.