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Bari e le baby gang. Fu aggredito nel parco Rossani: «Persi un occhio e il lavoro»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bari e le baby gang: fu aggredito nel parco Rossani «Persi un occhio e il lavoro»

In aula il racconto del 24enne senegalese vittima di un pestaggio razzista. A marzo il presunto aggressore 19enne potrà dare la sua versione dei fatti. Ieri ha testimoniato in udienza la parte civile

Venerdì 10 Febbraio 2023, 13:32

13:34

BARI - Si è presentato in aula con una benda sull’occhio, che porta ormai da quasi un anno, e ha raccontato il brutale pestaggio del quale sarebbe stato vittima il 5 aprile 2022, all’ingresso del parco Rossani di Bari. La vittima, oggi 24enne, costituita parte civile nel processo al suo presunto aggressore, è un ragazzo di colore, di origini senegalesi, che a causa di quella vicenda ha perso prima un occhio, poi anche il lavoro. «Nessuno mi ha aiutato» ha detto il ragazzo lasciando l’aula dove ieri si è celebrata l’udienza del processo nei confronti del 19enne, tuttora detenuto ai domiciliari, che quel pomeriggio di dieci mesi fa lo avrebbe picchiato. E riferendosi all’aggressore, il 24enne ha evidenziato: «Non mi ha neanche mai chiesto scusa».

L’AGGRESSIONE - L’imputato risponde di lesioni personali pluriaggravate. Tra le aggravanti contestati c’è anche quella dell’odio razziale. Lo avrebbe «denigrato per il colore della pelle - si legge negli atti - e minacciato con espressioni del tipo “meglio che te ne vai negro” e “devi andare via sporco negro, altrimenti ti uccido”, alzando la voce e umiliandolo dinanzi ai suoi amici».

Stando alle indagini della Polizia, coordinate dalla pm Grazia Errede, «sussiste l’aggravante dell’odio razziale» perché «tutta la dinamica dei fatti consente di affermare che l’immotivata aggressione» al 24enne, «prima spintonato, poi guardato con disprezzo e successivamente anche nel corso del pestaggio appellato come “negro”, è espressione chiara di un sentimento di discriminazione e disprezzo razziale». «Sentimento - scriveva anche la gip che qualche settimana dopo l’aggressione firmò l’ordinanza d’arresto - non solo esplicitamente manifestato, ma evidentemente condiviso anche da alcuni appartenenti al gruppo». L’episodio sarebbe avvenuto, infatti, alla presenza di altri giovani, due amici della vittima e alcune ragazze che erano in compagnia del 19enne, alcune delle quali avrebbero «cercato di fermarlo, altre si sarebbero unite agli insulti, dicendo “vattene da qui negro, vattene al paese tuo”».

L’imputato, come ha confermato ieri in aula dinanzi ai giudici la presunta vittima, avrebbe prima guardato «insistentemente e in malo modo» il 24enne, poi lo avrebbe minacciato e insultato, quindi colpito con un primo pugno facendolo cadere a terra e poi continuando a picchiarlo con pugni e calci, provocandogli la frattura di 2 costole. Un gesto, secondo gli inquirenti, che «doveva avere anche valenza dimostrativa circa la “superiorità” dell’agente e della razza di appartenenza».

Il racconto del 24enne è stato fatto in udienza dove il ragazzo si è ritrovato, quasi un anno dopo, faccia a faccia con il suo aggressore, il 19enne imputato, anche lui in aula. Alla sua identificazione i poliziotti arrivarono grazie alle immagini dei circuiti di videosorveglianza della zona, al monitoraggio dei profili social delle persone coinvolte e dopo aver ascoltato alcune testimonianze. Si tornerà in aula tra un mese per sentire altri testimoni dell’accusa e lo stesso imputato che, se lo vorrà, potrà fornire la sia versione dei fatti.

I PRECEDENTI - Nell’ultimo anno Parco Rossani è stato teatro di almeno cinque episodi di violenza che, dopo quelle avvenute nel Parco 2 Giugno, hanno acceso nell’ultimo anno il faro delle Procure, ordinaria e minorile, e degli investigatori dell’intera area metropolitana sul fenomeno delle baby gang e sull’allarme sociale che queste rappresentano. Su questo si è attivata la linea dura della Questura con decine di provvedimenti di «daspo urbano» nei confronti di gruppi di ragazzini violenti, cioè il divieto per loro di frequentare, soprattutto nelle ore pomeridiane e serali, locali e strade della movida.

In alcuni casi i nomi degli adolescenti coinvolti nelle aggressioni «di stampo bullistico» ricorrono in più di una vicenda. È il caso di uno dei minorenni indagati per i pestaggi di inizio 2022 all’interno del parco 2 Giugno che, solo qualche mese dopo, a luglio, all’indomani del Bari Pride, avrebbe preso parte all’aggressione omofoba nei confronti di una coppia di ragazzi non binari di 23 e 19 anni, colpiti all’interno del parco Rossani, mentre festeggiavano un compleanno con un gruppo di amici, da insulti, monetine, cicche di sigarette e infine pietre. «Maledetti froci di merda andate via da qui, ora vi ammazziamo» gli avrebbero urlato contro una decina di ragazzini, per tre dei quali è poi stato disposto il «daspo urbano». Non ultima, tra le vicende oggetto di approfondimento, c’è l’aggressione del 10 gennaio scorso, sempre nel Parco Rossani, con calci e pugni a due 17enni da parte – anche in questo caso - di un gruppo di dieci ragazzi, la gran parte identificata e denunciata.

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