BARI - Il Coordinamento barese di Democrazia Costituzionale lancia la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare con cui chiedere al ramo competente delle Camere (il Senato) la modifica degli artt.116 e 117 della Costituzione. L’obiettivo è chiaro: fermare il progetto di riforma portato avanti dal ministro Calderoli sull’autonomia differenziata.
Affiancato dalle docenti Claudia Mazzilli e Marina Calamo Specchia, il giurista Nicola Colaianni ha illustrato i motivi dell’iniziativa, contestando metodo e merito dell’azione portata avanti dal Governo con la quale verrebbe, di fatto, scavalcato nel processo di riforma costituzionale. In pratica, su tutte le 23 materie per le quali già esiste la legislazione concorrente tra Stato e Regioni, col Parlamento estromesso dalle decisioni, il passaggio ai governatori avverrebbe tradendo uno dei pilastri della Costituzione, ha spiegato, ovvero l’unità giuridica ed economica del Paese.
«La LIP, fra le altre prescrizioni, condiziona la richiesta di autonomia regionale a precise specificità della Regione richiedente, limita le materie che possono essere trasferite dallo Stato alle Regioni, escludendo fra l’altro scuola, sanità e infrastrutture. Inoltre - hanno spiegato i promotori nel corso della conferenza stampa tenuta presso il Palazzo dei giornalisti a Bari - prevede la possibilità di Referendum popolare sulla legge parlamentare di approvazione degli accordi Stato-Regione e istituisce per i servizi ai cittadini Livelli Uniformi di Prestazione su tutto il territorio nazionale».
Ebbene, aver incardinato nella Finanziaria approvata dal Governo con l’istituzione di una Cabina di regia a cui è demandato il compito di individuare i Livelli essenziali di prestazioni (Lep) «significa solo scavalcare i poteri del Parlamento in materia e demandare a soggetti nemmeno giuridicamente riconosciuti, come l’Anci e le non più esistenti Province, il potere di confronto sulle materie insieme alla Conferenza delle Regioni»...