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Bari, primo weekend di saldi, partenza in sordina: «Ora speriamo nel meteo»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Bari, primo week end di saldi, partenza in sordina: «Ora speriamo nel meteo»

Le piccole e grandi difficoltà di un sistema obbligato all’evoluzione

Giovedì 12 Gennaio 2023, 13:29

BARI - Il coro è unanime: è ancora presto per fare bilanci sui saldi. Non si è chiusa neanche la prima settimana e si deve aspettare per capire come sta andando quest'anno, ma i segnali positivi ci sono. «Diciamo anche che la scontistica sempre presente sulle piattaforme on line, sta abituando male l'acquirente. C'è un certo malcostume nel chiedere uno sconto anche prima della data ufficiale – spiegano alcuni commercianti -. Se si tratta di un cliente che ti viene a comprare nell'arco dell'anno, applicare un 20 o 30% prima del 5 gennaio è quasi doveroso, ma c'è chi lo pretende. E non è bello».

La realtà del commercio cittadino è variegata, tra negozi del centro e gli altri quartieri è differente la modalità di acquisto. Nel Murattiano vale molto il passeggio: si compra anche attirati dalle vetrine e non solo se si va con l'intenzione di fare shopping. Mentre nei quartieri come Carrassi, Poggiofranco o altri, l'acquisto nel negozio di prossimità è più legato a clienti affezionati che si fidano di quel singolo punto vendita e vanno a colpo sicuro.

LA VARIANTE PIOGGIA «Nell'ultimo fine settimana c'è stato un certo movimento – spiega la commessa di una bigiotteria in via Principe Amedeo -. Il meteo è stato piuttosto clemente e invogliava la passeggiata, quindi sì, abbiamo fatto discrete vendite. Ora speriamo bene per il prossimo. Da lunedì abbiamo perso la primavera ed è arrivato l'inverno, speriamo che non venga a piovere. È la pioggia la nostra nemica. Con la pioggia tutti si concentrano nei centri commerciali».

«In questi primi giorni la sensazione è positiva – spiega la signora Conny dell'omonima boutique -. Buoni riscontri nei due punti vendita che gestisco, anche se è bene chiarirlo, questa storia dei saldi in 5 gennaio è una iattura: non fai in tempo ad allestire le vetrine per il Natale, che devi smontarle e rifare tutto. Poi il dover stare aperti durante le domeniche, i festivi, per chi ha gestione familiare è pesante. Diverso fu l’anno del Covid: spostarono la data dei saldi e fu un vero successo nelle vendite».

LUCI ACCESE E CONCORRENZA SLEALE E se nelle vie centrali dello shopping cittadino l'amministrazione comunale ha garantito di mantenere luminarie almeno fino alla Candelora, negli altri quartieri la situazione è un po' diversa. «Qui le luci ce le paghiamo noi – dicono alcuni -. Sì, ci sono alcune agevolazioni garantite dal Comune, ma la spesa è comunque nostra. Ora vediamo fino a quando riusciamo a tenerle accese. Altrimenti queste strade diventano tristi al buio».

«Sono nel commercio dal 1981 – sottolinea la signora Conny – e se posso permettermi non andrei mai ad aprire un punto vendita in centro. Preferisco dove sono. Ritmi più tranquilli con una clientela affezionata. Però se si regolamentassero meglio i saldi, se ci fossero più norme per le vendite on line, sarebbe molto meglio. Invece siamo costretti a competere con una concorrenza scorretta e sleale».

LE «VESSAZIONI» «Per non parlare delle vessazioni cui siamo sottoposti – mette in risalto un altro commerciante -. L'Annona è una di quelle. Questo è il periodo più classico. Ce li aspettiamo. Arrivano e si attaccano a tutti i cavilli possibili. Sa che cosa hanno fatto ad un collega qualche giorno fa? Una multa perché con la saracinesca abbassata non si leggeva bene il cartello con gli orari. Ma io dico perché accanirsi così? A parte che per riuscire a stare dietro a tutte le normative ci vorrebbe una laurea in commerciologia... Non è giusto. Tu amministrazione vedi che ho qualcosa che non va? Vieni, dimmelo, dammi un po' di tempo per adeguarmi ed io mi metto in regola. Collabora con me. Invece la sensazione è che su di noi si voglia sempre e solo far cassa».

PAGAMENTI «A RATE» In un negozio di scarpe una signora sta cercando di spuntare una forma di pagamento più conveniente. «Le do un acconto in contanti ed il resto lo pago con la carta di credito...».

«Non è inusuale – spiega il cassiere quando la signora è andata via -. Con i saldi del 30% è come se si pagasse in tre rate, di cui una abbuonata. È da qualche tempo che abbiamo riscontrato questa tendenza: danno una parte in contanti e il resto lo addebitano sulla carta di credito, in modo da avere il prelievo il mese successivo. Così è come se pagassero in maniera dilazionata».

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