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Mola, allarme sicurezza: nel porto spunta un cavo, navigazione a rischio

 
Antonio Galizia

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Antonio Galizia

Mola di Bari

Mola di Bari

Interdetta dalla Capitaneria un’area attigua al braccio del molo foraneo sino a 30 metri dalla banchina

Sabato 31 Dicembre 2022, 12:52

MOLA DI BARI - Non bastassero i fondali bassi, ora a rendere difficoltosa la navigazione nel porto di Mola di Bari si è aggiunta la presenza, fin qui ignota, di un grosso e lungo cavo ferroso. Di lunghezza indefinita, semi sommerso e probabilmente ancorato, questo ostacolo mette in pericolo la navigazione dei moto-pesca e delle imbarcazioni da diporto.

 La presenza del cavo è stata rilevata dai pescatori in attività che, dopo aver rischiato il danneggiamento delle proprie imbarcazioni, hanno prontamente lanciato l’allerta al locale Ufficio marittimo. Raccolta la segnalazione, l’autorità portuale con ordinanza dell’ufficiale d’ispezione in servizio alla Capitaneria di Porto di Bari, luogotenente Raffaele Altomare Soranno, ha prontamente e temporaneamente interdetto lo specchio acqueo antistante il molo ed disposto i divieti alla navigazione, all’attività subacquea e ad altre attività, fino alla completa rimozione di questo cavo. «La segnalazione pervenuta dai pescatori – fa sapere la Capitaneria di porto di Bari – riguarda la presenza di un cavo di circa 20 centimetri e di lunghezza non definita, semi-sommerso, più precisamente a 5 metri di distanza dalla banchina dal centro del primo braccio del molo foraneo; considerate la pericolosità di tale ostacolo – prosegue la nota dell’autorità - per la sicurezza della navigazione di tutte le unità in transito e in ormeggio, con decorrenza immediate, dalla zona attigua al primo braccio del molo foraneo sino a 30 metri dal ciglio banchina, è vietata la navigazione e l’ormeggio per tutte le unità da pesca, da diporto e le navi in genere, l’attività subacquea e qualsiasi attività connessa ai pubblici usi del mare».

Le unità navali in transito nelle aree limitrofe dovranno prestare la massima attenzione – raccomanda ancora la Capitaneria – e dovranno navigare a velocità ridotta senza creare moto ondoso, evitando condotte che possano compromettere la sicurezza della navigazione. La Guardia costiera indaga, intanto, sulla vicenda. Non è chiaro chi possa aver steso quel grande cavo. Esclusa, al momento, una ipotesi di sabotaggio (la rimozione ed il sequestro recente di circa 200 imbarcazioni ormeggiate abusivamente aveva generato non pochi malumori tra hobbisti e diportisti) mentre è più accreditata l’ipotesi dell’utilizzo di questo cavo per operazioni di traino di imbarcazioni spesso finite in secca.

Il porto di Mola di Bari è, infatti, tra quelli del barese che necessita di urgenti interventi di dragaggio dei fondali, ora troppo bassi. La condizione del porto è nota da tempo alla Direzione Marittima del capoluogo che da tempo ha indicato, agli armatori e ai diportisti, i punti più critici presenti all’interno dell’area portuale. La navigazione è consentita soltanto in un canale centrale, fino a quando non verranno completate le procedure per il dragaggio, ovvero l’operazione finale di rimozione dei fanghi, dei sedimenti e della sabbia dai fondali. Questa operazione è stata eseguita, l’ultima volta nel 1996. Da 26 anni i singoli armatori, le cooperative di pesca, i diportisti dei due circoli navali e gli operatori del cantiere navale sollecitano interventi che nel settembre del 2020 avevano anche ottenuto, dalla Regione Puglia, un finanziamento di 8 milioni 800 mila euro.

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