BARI - La gara per la gestione della spiaggia di Torre Quetta sarebbe stata «turbata» e questo, al di là del contenzioso amministrativo che ha incrociato sulla sua strada anche una interdittiva antimafia per la società Il Veliero (poi revocata), avrebbe causato al Comune «un grave danno alle casse dell’ente» oltre a «allarme e sdegno, rappresentando la negazione dei valori solennemente riconosciuti e tutelati dello Statuto della Città di Bari».
Con queste motivazioni il Comune, con l’avvocato Guglielmo Starace, si è costituito parte civile nell’udienza preliminare iniziata ieri a carico di Rosa Di Modugno, titolare della società, e Orlando Malanga, ritenuto gestore di fatto dell’attività. La discussione di accusa e difesa fino alla decisione del gup sulla richiesta di rinvio a giudizio dei due è rinviata al 7 marzo 2023.
I due imputati rispondono entrambi di concorso in turbativa d’asta e la sola Di Modugno di falso e di una contravvenzione per aver eseguito «innovazioni non previste dalla concessione demaniale», realizzando opere non autorizzate o posizionando una pedana in legno con lettini e ombrelloni nell’area destinata a spiaggia per gli animali domestici. L’accusa più grave è quella di aver turbato la gara di appalto con la quale nel 2018 l'azienda si è aggiudicata la gestione della spiaggia comunale (mantenuta fino al maggio del 2020, quando la società è stata destinataria della interdittiva antimafia). In particolare, avrebbero dichiarato «il possesso dei requisiti di idoneità professionali per partecipare al bando per “servizi turistico ricreativi” e la titolarità della apposita iscrizione alla Camera di Commercio», quando invece l’iscrizione risultata per la diversa attività di gestione bar. Avrebbero poi assicurato nella offerta tecnica manifestazioni e eventi da realizzare, senza far seguire poi «alcuna concreta programmazione». Si tratta di condotte «connotate - si legge nell’imputazione - da natura fraudolenta e idonee a ingannare la commissione deputata all’esame delle offerte» che avrebbero portato all’aggiudicazione ritenuta «illegittima» del servizio di gestione della spiaggia sul lungomare sud della città. Nella delibera di costituzione di parte civile, il Comune ha ritenuto «moralmente doverosa, oltre che giuridicamente plausibile, l’adozione di misure concrete che possano, tramite un intervento decisivo nel processo, offrire piena tutela all’amministrazione e alla cittadinanza barese, ingiustamente lesa nel patrimonio e nella propria immagine».
Una vicenda, quella della gestione di Torre Quetta, che ha in questo strascico penale solo l’ultimo atto di un contenzioso iniziato nel maggio 2020, a meno di due anni dall’affidamento della gara. Prima intervenne la Prefettura con l’interdittiva, poi sospesa dal Tribunale nel gennaio 2021 con l’ammissione della società al controllo giudiziario. La Corte di Appello, nel luglio 2021, aveva ripristinato l’interdittiva accogliendo l’appello della Dda di Bari. Un anno fa la Cassazione ha annullato con rinvio quel provvedimento e nei mesi scorsi la Corte di Appello ha confermato il provvedimento di ammissione al controllo giudiziario. A carico della società, secondo i giudici, può «ritenersi esclusivamente la sussistenza di una situazione di occasionale agevolazione della criminalità organizzata, senza tuttavia potersi ipotizzare l’attuale collegamento stabile dell’azienda rispetto alle compagini mafiose del territorio», legato proprio alla figura dell’ex co-gestore di fatto Orlando Malanga.