CASSANO MURGE - Oltjon faceva il piastrellista, lavorava il marmo e altre pietre affini. Sul suo profilo social alla voce lavoro c’è scritto «imprenditore», titolare della Sallaku Group. Era nato a Kruja, l’antica capitale albanese, a soli 32 chilometri da Tirana.
Oltjon Sallaku, 21 anni, stava realizzando il suo sogno italiano.
Mercoledì sera, poco dopo le 19.30, nella casa che divideva con la sua compagna, nella centrale via Martin Luther King a Cassano delle Murge, al culmine di un nuovo, ennesimo litigio ha estratto la pistola e l’ha rivolta contro la sua compagna, Lamia El Amri, 18 anni di origini marocchine, nata in Italia.
La ragazza ha urlato mentre lui premeva il grilletto, la prima volta, la seconda. Era troppo vicino, non l’avrebbe mancata anche se avesse voluto.
I proiettili hanno raggiunto la bellissima Lamiaa al petto. È caduta come un peso morto, il sangue, copioso, usciva a fiotti. Oltjon l’ha vista cadere e ha pensato di averla ammazzata. Ha rivolto l’arma contro se stesso, l’ha sollevata fino alla tempia e ha premuto di nuovo il grilletto. Un rantolo ha portato via il suo ultimo respiro.
I vicini di casa in un crescendo drammatico, hanno udito tutto, senza vedere nulla: le voci alterate, la lite furibonda, poi le urla, il crepitio dei colpi e un silenzio raccapricciante. In casa non c’era nessun altro. Oltjon e Lamia sono genitori. La loro bambina ha 19 mesi e mercoledì sera era a casa dei nonni materni, a Gioia del Colle.
Quando l’ambulanza del 118 è arrivata in via Martin Luther King, il cuore di Oltjon aveva già smesso di battere, Lamia respirava ancora. L’hanno stabilizzata e in quel momento è cominciato un braccio di ferro tra la vita e la morte. La folle corsa verso l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, poi il trasferimento urgente al Policlinico, un delicato intervento nel corso della notte. I proiettili le hanno perforato un polmone. È ricoverata nel reparto di Rianimazione, dopo un drenaggio toracico. Ieri mattina i medici la hanno estubata. La prognosi è ancora riservata ma le sue condizioni migliorano, gradualmente, lentamente ma migliorano.
Se non ci saranno complicazioni già questa mattina gli inquirenti potrebbero provare a raccogliere le sue prime dichiarazioni. È l’unica testimone, l’unica che può dire quello che è accaduto e rispondere alla domanda che tutti ora si pongono: perché.
La famiglia di Lamia è assistita dall’Ambasciata del Marocco in Italia per il tramite del Console onorario Vincenzo Abbinante, in contatto con le autorità locali e con il resto dei familiari. Gli inquirenti mantengono sull’accaduto il massimo riserbo, non escludendo l’ipotesi di un tentato omicidio per gelosia.
Lamia è sopravvissuta. Nel 2021 in Italia sono state uccise 83 donne, di cui 51 vittime di partner o ex partner. I tanti casi avvenuti hanno in comune una richiesta di separazione, un sospetto sulla fedeltà della propria compagna o più semplicemente una lite che portano l’uomo ad uccidere.