BARI - Il 18 ottobre scorso, l’ingresso in Consiglio regionale, dopo l’addio a via Gentile di Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d’Italia. A quasi un mese di distanza, Michele Picaro traccia un primissimo bilancio della nuova esperienza politica, anche alla luce del concomitante avvio del Governo Meloni, con il riverbero di molti temi nazionali sull’azione amministrativa regionale.
Come sono state queste prime settimane in Consiglio regionale?
Si tratta di un’esperienza diversa rispetto al passato, perché è un approdo legislativo quello dell’aula del Consiglio regionale, in un certo senso ti senti più distante dal territorio, perché legiferi e sembra come ci sia un distacco dal territorio. Però poi i temi sono ovviamente di interesse per i cittadini pugliesi e quindi il distacco si annulla. Per esempio, il tema della sanità tocca ognuno di noi ed è stato proprio uno dei primi temi che abbiamo affrontato. Ripeto, è diverso, si legifera, è una dimensione da comprendere e io, detto in termini calcistici, spero di fare il Pippo Inzaghi della situazione.
Cioé di entrare e fare subito gol?
Sì, il mio obiettivo è quello: entrare subito in partita e fare subito gol, inteso ovviamente come contributo al miglioramento della qualità della vita in regione.
Un tema che sta tenendo alto il dibattito a livello nazionale e che ha ricadute specifiche in Puglia è quello delle trivellazioni nel mare Adriatico per sfruttare nuove fonti di energia. Cosa ne pensa?
Io riprendo un esempio molto semplice, di cui non ricordo la paternità: immaginiamo un bicchiere con alcune cannucce. Dobbiamo decidere, per esempio per quanto riguarda l’Adriatico, chi debba bere da quella cannuccia. Deve bere la Croazia oppure dobbiamo farlo noi? Alla fine, la differenza è ciò che poi subiamo per quanto riguarda il caro-energia, quindi io partirei già da questo dato: vogliamo bere noi o vogliamo che bevano solo gli altri? Questo è il tema di partenza. Ovviamente, occorre tener presente anche che non si va a deturpare un territorio né gli si debbano far correre rischi, ma se lo fanno tutti, perché noi dobbiamo opporci?
Anche l’Autonomia differenziata sta alimentando il dibattito di queste settimane, sia a livello nazionale che locale.
Fratelli d’Italia pensa che la possibilità di lasciare un’autonomia di scelta su base regionale possa stimolare la crescita di ogni regione, perché è chiaro che se le Regioni avessero un’autonomia su temi come il turismo, potrebbero essere più incisive. Rispettando la solidarietà che deve essere data a tutte le Regioni, che è cosa scontata, credo che l’autonomia differenziata possa stimolare la classe politica che poi governa la Regione a fare bene.
E cosa risponde a chi teme una penalizzazione per la Puglia?
Chi ha posizioni negative parla senza avere neppure la bozza a disposizione. Si mette il carro davanti ai buoi. Vediamo innanzitutto la bozza cosa prevede e poi è chiaro che ragioneremo. Garanzia, in questo senso, è anche la figura del ministro Raffaele Fitto.
A proposito di ministeri, cosa pensa della delega al «Merito»?
Penso che sia molto significativo far tornare gli italiani a credere nella nazione e nelle proprie capacità. In questi anni abbiamo assistito a una politica che non ha guardato al merito e alle capacità di ognuno di noi, ma ha guardato alle amicizie e all’interesse personale. Giorgia Meloni sta dimostrando che il suo unico interesse è la Nazione.
Quali saranno i suoi primi impegni in Consiglio regionale?
Nelle prossime settimane avvierò un dialogo con le associazioni di categoria per quanto riguarda l’agricoltura e successivamente mi dedicherò alla questione delle lista d’attesa che è stata attenzionata dall’intero gruppo di FdI per proporre strategie programmatiche di lunga visione, per dare respiro a chi ha difficoltà a prenotare una visita. Infine, mi dedicherò all’ambito tributario, che è il mio ambito lavorativo, e cioè prevedere la possibilità di ridurre le tariffe. In Puglia abbiamo tra le addizionali regionali più alte d’Italia.