BARI - Della «gang» che la notte del 16 settembre 2018, sulla pista da ballo della discoteca barese «Orto Botanico», aggredì - picchiandolo e sparandogli - un 24enne colpevole di aver dato per sbaglio una spallata a uno del gruppo di bulli, non facevano parte gli unici quattro che la Polizia identificò e che, a quattro anni dai fatti, sono stati assolti.
«Il fatto non sussiste» è la formula con la quale il gup Giuseppe Montemurro ha dichiarato la non colpevolezza (al termine del processo celebrato con il rito abbreviato) di Michele Ceglie, 38 anni, Raffaele Giammaria, 25 anni e Giovanni Casalino, 29 anni e ha prosciolto in udienza preliminare il quarto co-imputato, il 33enne Michele Delle Noci. I quattro rispondevano di concorso in lesioni personali pluriaggravate e detenzione di arma clandestina.
Stando alle indagini, coordinate dall’allora pm Francesco Bretone (attualmente in Procura generale), un gruppo di una quindicina di persone, in gran parte mai identificati, dopo <«un fortuito scontro tra la vittima e uno degli aggressori sulla pista da ballo della discoteca», avrebbe aggredito il 24enne <«colpendolo con schiaffi e pugni e sparandogli alla gamba con un'arma da fuoco e continuando a pestarlo nonostante fosse a terra ferito e perdesse sangue».
Il 24enne, cioè, si era casualmente scontrato con un ragazzo e, nonostante avesse anche chiesto scusa, fu violentemente aggredito. A un certo punto partì un colpo di pistola che ferì la vittima al ginocchio. Analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza interne ed esterne al locale, i poliziotti riuscirono a identificare solo quattro dei presenti in quel momento, i quattro finiti poi alla sbarra. La Procura contestava loro anche di aver dato una testata al volto di un buttafuori, intervenuto a soccorrere il 24enne, e un pugno all'esterno del locale ad un'altra persona.
Il pm ne chiese l’arresto, rigettato dal gip. Propose appello ma anche i giudici del Riesame non ritennero sufficienti gli elementi raccolti a stabilire chi avesse sparato e, soprattutto, se la persona armata fosse uno dei quattro. A carico dei quattro, però, in quella sede furono riconosciuti i gravi indizi sulle lesioni provocate dal pestaggio.
La Procura, dopo la richiesta di rinvio a giudizio, in abbreviato ha insistito per la responsabilità sulle lesioni, chiedendo per due di loro (Ceglie e Giammaria, assistiti dagli avvocati Carlo Russo Frattasi e Libio Spadaro) la condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, l’assoluzione per Casalini (difeso da Renato D’Erasmo) e il rinvio a giudizio per Delle Noci (assistito da Nicola Lerario).
Il gup ha assolto i primi tre e prosciolto il quarto, condividendo le tesi difensive secondo le quali non vi è prova che loro quattro avessero partecipato al pestaggio.