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Morte Zaraj a Bari, il medico risarcirà il Policlinico con 86mila euro

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Morte Zaraj a Bari, il medico risarcirà il Policlinico con 86mila euro

Grave assenza dalla sala operatoria, disinteresse, se non sprezzo per la salute

Giovedì 10 Novembre 2022, 08:59

BARI - «Macroscopica deviazione non solo dalle ordinarie regole di condotta che disciplinano l’esercizio della professione, ma anche dalle regole di soft law», ovvero linee guida e manuale della sicurezza in sala operatoria. Ecco perché l’anestesista Vito De Renzo, dopo avere patteggiato in sede penale, dovrà risarcire il Policlinico con 86mila euro. Lo ha stabilito la Corte dei Conti per la Puglia (relatore ed estensore Marcello Iacubino, presidente Francesco Paolo Romanelli, referendario Andrea Costa) al termine del processo sul presunto danno erariale cagionato dal professionista. Sospesa, invece, la posizione dell’altro medico coinvolto, il primario anestesista Leonardo Milella. Per lui occorrerà attendere l’esito del processo penale di primo grado.

La drammatica vicenda di Zaraj, la bambina deceduta a soli 12 anni il 19 settembre 2017 a causa di una ipertermia maligna, subito dopo un intervento di riduzione di una frattura al femore eseguito nell’ospedale Giovanni XXIII, ha avuto anche un risvolto di natura contabile. La Procura regionale aveva esercitato l’azione di rivalsa nei confronti dei due medici accusati nel giudizio penale di omicidio colposo in relazione alle loro presunte negligenze e imperizie che avrebbero concorso a determinare il decesso. Il sostituto procuratore generale Marcella Papa contestava ai due professionisti, un danno erariale per complessivi 192mila euro, meno di un terzo rispetto ai circa 630mila che il Policlinico si è impegnato a pagare agli eredi della vittima, Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta chiudendo così con una transazione la causa civile sul risarcimento del danno. Che una parte di quel risarcimento ricada sui medici, è la tesi condivisa dai giudici di primo grado almeno per uno dei due professionisti.

«La condotta del medico anestesista De Renzo è censurabile sotto molteplici profili», scrivono i giudici contabili entrando nel merito dopo avere respinto l’eccezione di inammissibilità dell’azione di rivalsa avanzata dalla difesa del professionista. «In primo luogo egli avrebbe dovuto essere presente in sala operatoria sin dall’inizio e seguire personalmente l’intervento», anziché delegare una specializzanda. «Non sono date comprendere, sul punto, le ragioni di tale grave assenza dalla sala operatoria, denotanti disinteresse, se non proprio sprezzo per la salute della paziente». Inoltre, «inspiegabile è poi, se non ragionando in termini di estrema negligenza, superficialità e imperizia, il mancato apprezzamento, una volta prese in mano le redini delle operazioni, della tachicardia della paziente (…) omettendo di individuare correttamente i sintomi dell’ipertermia maligna».

Sulla mancanza di termometro e farmaco salvavita in sala operatoria, De Renzo «avrebbe potuto e dovuto farsi parte diligente nel richiedere e pretendere» la presenza. In 67 pagine lungo l’elenco di presunte omissioni e imperizie poi sfociate nella morte della ragazzina che si sarebbe potuta probabilmente salvare «se solo la diagnosi di ipertermia maligna fosse stata espressa tempestivamente e fosse stato conseguentemente somministrato il farmaco salvavita», si legge in sentenza.

Quanto a Milella, «la Corte ritiene che vi siano diversi, contraddittori profili che necessitano di riscontri oggettivi e di documenti necessari ai fini del decisum, che in questo processo non sono stati offerti e la cui mancanza non consente, allo stato degli atti, di giungere ad un giudizio di colpevolezza». Di qui la sospensione del processo per danno erariale a carico del professionista, assistito dall'avvocato Felice Lorusso.

«Impugneremo la sentenza laddove ha escluso la inammissibilità dell’azione di rivalsa», fa sapere invece l’avvocato Ettore Gorini che assiste De Renzo nel processo davanti alla magistratura contabile.

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