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Sotto il Teatro Petruzzelli di Bari cova il fuoco della contesa

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

Sotto il Teatro Petruzzelli di Bari cova il fuoco della contesa

Il teatro Petruzzelli

Nervi ancora scoperti: la famiglia Messeni vuole coinvolgere di nuovo il Ministero. «Chiederemo un incontro a Sangiuliano» a trentuno anni dal rogo

Venerdì 28 Ottobre 2022, 14:15

14:18

BARI - Una lunga telenovela con gli ennesimi capitoli, tutti da scrivere, che ora si intrecciano al corso politico del nuovo governo. I proprietari non escludono infatti la possibilità di incontrare il neo ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano per fare il punto su una situazione ormai in stallo da un anno. E cioè dal 18 novembre del 2021, data chiave nella quale la Corte d’Appello di Bari ha ribaltato ogni pronostico, riconoscendo la proprietà privata dell’immobile.

Un immobile che bruciava esattamente 31 anni fa, nella notte del 27 ottobre 1991. Lasciando sgomenta un’intera città, rimasta orfana del suo gioiello culturale per 18 lunghissimi anni. Sino all’ottobre 2009, anno della riapertura dopo la complicata fase della ricostruzione. È un destino ancora incerto per il teatro Petruzzelli, ormai sempre più in bilico tra il pubblico e il privato. Da una parte la famiglia Messeni Nemagna, galvanizzata dalla sentenza che le ha riconosciuto la proprietà dell’immobile (ma a fronte di un risarcimento allo Stato di oltre 46 milioni di euro per le spese sostenute per la ricostruzione), dall’altra gli enti locali, Comune, Regione Puglia e Città Metropolitana, che non vogliono perdere il politeama a mano pubblica gestito da un’apposita Fondazione.

Una partita a scacchi che ora si giocherà nuovamente nelle aule di giustizia. C’è in ballo il ricorso in Cassazione, presentato dai legali della famiglia per vedersi riconoscere il Protocollo d’Intesa. L’atto sottoscritto nel 2002 nella sede del Ministero ai Beni Culturali che avrebbe dovuto regolare, in una cornice chiara, il rapporto tra le parti: gestione dell’immobile agli enti locali e a una fondazione per 40 anni e canone di locazione da 500mila euro all’anno alla famiglia proprietaria.

Un protocollo però, sempre lo scorso anno, dichiarato «inefficace inter partes» da un’altra sentenza della Corte d’Appello e nello specifico dalla sezione specializzata in materia di impresa. Secondo i giudici quel protocollo sarebbe inefficace per la mancata ratifica da parte di uno dei sottoscrittori, cioè l’allora Provincia di Bari.

L’atto in sostanza non sarebbe mai passato al vaglio del Consiglio provinciale non producendo così i suoi effetti. Una circostanza sempre rigettata dai Messeni Nemagna che tramite i propri legali sostengono invece che la Provincia ratificò quell’accordo, nel giugno 2005, provvedendo anche all’apposito stanziamento di 5 milioni di euro per contribuire alla ricostruzione del Petruzzelli. Da qui l’altro capitolo di questa battaglia giudiziaria e che ora investe la Città Metropolitana (ente subentrato poi al posto della Provincia con la riforma Delrio del 2014).

Parallelamente si gioca anche l’altra partita sull’Imu. Il Comune a fine 2021 ha notificato agli eredi le cartelle degli ultimi cinque anni, dal 2016 in poi essendo le precedenti annualità andate prescritte. La cifra complessiva ammonterebbe a circa 600mila euro. Anche in questo caso i legali dei Messeni Nemagna hanno presentato ricorso alla Commissione Tributaria provinciale. Insomma, più tasselli di un puzzle complicatissimo. Che gli eredi hanno tentato di riordinare con l’istituto della mediazione, respinto puntualmente dalla parte pubblica non presentendosi all’appuntamento. Una soluzione l’ha ipotizzata però a fine 2021 lo stesso Comune: un accordo tra Fondazione (l’ente che oggi occupa e gestisce il teatro per conto dei soci fondatori pubblici) e famiglia proprietaria sul modello del contratto che regolava i rapporti con l’ex gestore Ferdinando Pinto.

Ma in oltre dieci mesi tutto sembra essere ancora fermo. «Attendiamo ancora gli sviluppi della giustizia. Sul teatro è calato un silenzio assordante. E per questo non escludiamo di chiedere un incontro al nuovo ministro Sangiuliano. In questi anni abbiamo incontrato tutti i ministri alla Cultura» spiega uno degli eredi del politeama Francesco Garibaldi. E la sua mente corre a quel 27 ottobre 1991, giorno del rogo: «È stato un giorno triste per tutti. Bruciare un teatro è una cosa orribile. E a distanza di 31 anni dall’incendio il vuoto di verità e di giustizia brucia ancora di più».

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