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I tre baresi restano in carcere: «Non hanno esitato a sparare ai poliziotti»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Assalto portavalori Avellino

Nella sparatoria del 13 ottobre scorso rimase ucciso un 31enne di Molfetta. In cella pregiudicati di Bitonto

Venerdì 21 Ottobre 2022, 13:08

BITONTO - «Non hanno esitato a sparare contro le forze di polizia pur di sfuggire al controllo» e questo dimostra la «stabile dedizione degli indagati al crimine». È un passaggio del provvedimento cautelare con il quale il gip del Tribunale di Avellino Paolo Cassano ha convalidato gli arresti eseguiti in flagranza dei tre presunti rapinatori baresi che la sera del 13 ottobre sarebbero stati coinvolti in un conflitto a fuoco con la polizia alle porte della città campana di Cesinali. Nella sparatoria è rimasto ucciso uno dei presunti malviventi, il 31enne di Molfetta, ma residente a Cerignola, Giovanni Rinaldi.

I tre pregiudicati baresi per i quali il giudice ha disposto la custodia in carcere, sono il 37enne Vincenzo Montereale e il 34enne Valentino Capocchiano di Bitonto, il 56enne Giuseppe Valentini di Molfetta. Erano a bordo di una delle cinque macchine del commando che secondo gli inquirenti avevano progettato un assalto ad un furgone portavalori che stava trasportando nelle filiali della Banca d’Italia di Napoli e Salerno contanti tra i 3 e gli 8 milioni di euro.

Altre tre auto hanno fatto perdere le loro tracce prima che i poliziotti potessero intercettarle, mentre un’altra è stata poi trovata il giorno dopo. I tre, invece, si sono arresi quasi subito. Prima di consegnarsi alla Polizia, però, nel tentativo di fuggire, avrebbero partecipato al conflitto a fuoco con gli agenti. Quando sono stati bloccati, a bordo della loro macchina sono stati trovati una pistola clandestina, due radio ricetrasmittenti, bombolette contenenti liquido infiammabile, 150 chiodi in acciaio, torce e guanti. I tre rispondono di resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio, detenzione porto e ricettazione di arma clandestina. Il gip non ha ritenuto sussistenti gli indizi sulla tentata rapina. È una «mera illazione - si legge nell’ordinanza - che il gruppo criminale fosse in procinto di assaltare un furgone portavalori».

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