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Bari, cybercrimini in aumento: sempre di più gli orchi da tastiera

 
Luca Natile

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Luca Natile

Polizia Postale

Nove arresti in un anno per adescamenti e pedopornografia. Truffe per 3 milioni di euro

Sabato 15 Ottobre 2022, 13:25

BARI - Truffe, adescamenti, pedopornografia, attacchi cyber, furti di dati, violazioni della privacy e minacce online, così a Bari cresce la criminalità del clic. Peggiorano i dati dei reati informatici che fanno registrare dopo la pandemia, un nuovo boom.

Nel corso del 2021 e nei primi sei mesi del 2022 si è registrato un incremento dei crimini consumati sul web. La Polizia Postale e delle Comunicazioni che nel Compartimento di Bari, guidato dal dottor Fulvio Manco, ha uno degli uffici investigativi più efficienti, ha trattato lo scorso anno ben 2.424 casi di cui 659 per truffe on line individuando transazioni illecite per 2.980.631 euro. I casi di frode invece sono stati 1.113 con transazioni pari a 2.933.128. La gestione della pandemia ha modificato gli stili di vita e creato nuove emergenze . Sono aumentate del 15 percento le truffe e le frodi informatiche con l’arresto a Bari e provincia di 23 persone e la denuncia di altre 400. Nel 2020 i deferimenti per gli stessi reati non erano andati oltre i 274 casi. E l’emergenza continua a crescere. Secondo dati diffusi dall'ultimo report dell'Osservatorio Cybersecurity di Exprivia, durante il primo semestre del 2022, in Italia si è registrato un boom di minacce informatiche superiore all'intero 2021: 1.572 tra attacchi, incidenti e violazioni della privacy in soli sei mesi, a fronte dei 1.356 casi complessivi dello scorso anno.

Poi c’è il capitolo adescamenti e pedopornografia, due parole che indicano una nuova emergenza. Nel 2021 sono aumentati di quasi il 50 per cento i casi trattati: minori approcciati sul web da adulti abusanti. A Bari gli arresti per pedopornografia sono stati 9 (l’anno prima si era registrato un unico caso). Gli «internauti» finiti sotto osservazione hanno raggiunto quota 98 mentre nei dodici mesi precedenti erano stati 77. I loro nomi sono stati inseriti in un elenco che viene costantemente aggiornato, la cosiddetta «black list», lista che la Postale del Compartimento di Bari dopo aver esplorato 1.323 siti di pedopornografia, ha fornito agli Internet Service Provider per inibire la navigazione attraverso sistemi tecnici di filtraggi. I volti della violenza sono stati moltiplicati dai lunghi mesi di isolamento imposti dalla pandemia. Tra adescamenti e pedopornografia è cresciuto il numero degli abusi on line. Le vittime sono in maggioranza ragazzini sotto i 13 anni, quasi equamente distribuiti tra i due sessi: 52 per cento i maschi, 48 per cento le femmine.

Il groomer, il pedofilo, sfrutta le maglie larghe e difficilmente controllabili della rete per entrare nelle vite dei più giovani, facendo leva sulla fiducia e sul senso di isolamento e solitudine.

Secondo un rapporto elaborato dalla Polizia Postale in collaborazione con Save the Children gli adulti coinvolti nelle indagini avrebbero dimostrato di avere «una pazienza e una capacità manipolatoria di saper irretire le vittime, affascinandole e invischiandole in legami pseudo sentimentali». Rispetto al numero complessivo degli adulti indagati per lo scambio di materiale pedopornografico i groomer rappresentano una minoranza, non superiore al 15% ma è evidente che «la capacità criminale che sottosta a questo modus operandi - puntalizzano gli analisti - è decisamente più complessa e si basa su una conoscenza approfondita dei linguaggi, delle abitudini d’uso e delle fragilità proprie delle vittime, tale da poter consentire di entrare in contatto, condurre l’interazione diretta e governare i rapporti tecnomediati con le bambine, i bambini e gli adolescenti».

Intrappolate nell’illusione di un sogno d’amore e di un rapporto esclusivo, le piccole vittime si lasciano convincere a mandare immagini sessuali, a compiere atti sessuali usando i social network, la messaggistica, avvicinati anche mentre giocano online e si sentono al sicuro nel salotto di casa.

Ieri l’Università degli Studi di Bari e il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno firmato un protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici, in particolare della pedopornografia. «Una sinergia - hanno spèiegato - che si incentrerà sull’individuazione di soluzioni tecnologiche innovative mediante l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per individuare in maniera automatica o semiautomatica materiale digitale lesivo della dignità dei minori».

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