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Il «caro bollette» uccide le attività imprenditoriali del Barese

 
Rita Schena

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Rita Schena

Il «caro bollette» uccide le attività imprenditoriali del Barese

Domani in piazza Libertà una manifestazione contro i rincari. Gli organizzatori: dopo Bari, iniziativa nazionale a Roma

Venerdì 30 Settembre 2022, 12:52

BARI - Antonella De Simone mostra una maglietta realizzata per l'iniziativa: uno smile corrucciato dove campeggia la scritta «No caro bollette». «Avevo un negozio di abbigliamento maschile a Casamassima – racconta – aperto il 5 dicembre 2019. A marzo del 2020 c'è il primo lockdown. Riesco a riaprire tre mesi dopo, per ritrovarmi oggi con un pugno di mosche in mano. Lo Stato non mi ha riconosciuto nulla in quanto giovane attività e ora mi recapita ancora bollette incredibili, un pagamento Inps da 3500 euro, nonostante abbia chiuso l'attività. E nella mia situazione siamo in tanti. Ecco perché abbiamo deciso di aderire a questa manifestazione, perché dopo tanti sacrifici ci troviamo con il nulla. Senza parlare del commercio di prossimità a Casamassima schiacciato dalla presenza del Centro commerciale.

Ha tante anime questo comitato promotore che il 1° ottobre ha organizzato in piazza Prefettura una manifestazione per gridare la loro indignazione. E contro il caro bollette si troveranno insieme imprenditori della ristorazione e non solo, rappresentanti delle partite iva, negozianti, artigiani.

«La nostra non è semplicemente una dimostrazione - spiega Gianni Del Mastro, ristoratore – ma una richiesta di ascolto rivolta allo Stato. Puntiamo a programmare una iniziativa nazionale a Roma, a dar vita ad una sorta di presidio permanente».

E le strategie sono nero su bianco in un comunicato. «Il costo di produzione del gas naturale per le aziende produttrici varia da 2 a 5 euro a megawatt, ma arriva a raggiungere sul mercato finale un prezzo anche di 80 volte superiore. Aumenti folli già iniziati ad ottobre 2021 ovvero vari mesi prima dello scoppio delle ostilità in Ucraina. La ricaduta sociale di queste gigantesche speculazioni e menzogne la sta pagando la parte più indifesa. La drammatica crisi sociale che sta investendo famiglie ed imprese e più in generale la parte più debole dei lavoratori rischia di pregiudicare la sopravvivenza di molte categorie lavorative oltre che mettere una seria ipoteca sulle prospettive e sulle legittime aspirazioni delle nuove generazioni».

Tra gli obiettivi dei promotori: la riduzione delle bollette agendo sull'azione speculativa indebita; la nazionalizzazione di Eni ed Enel; l'abbattimento del costo del lavoro a fronte del mantenimento dei livelli occupazionali; il blocco dell'esecuzione delle cartelle esattoriali.

«La nostra non è tanto una paura dell'oggi – mette in evidenzia Maurizio Mastrorilli, ristoratore -, ma di situazioni future che si aggraveranno nei prossimi mesi. A mia memoria non abbiamo mai avuto una congiuntura così negativa. Due anni di pandemia ed ora questo. Troppo per reggere».

Quello che si paventa è una contrazione nei consumi. Con l'effetto di non riuscire neanche a garantirsi quel minimo di introiti per poter tirare. E ad essere più a rischio sono le imprese energivore (come la ristorazione), ma anche i più deboli come le partire iva. Per non parlare dei licenziamenti a cascata che faranno saltare gli equilibri di famiglie già piegate da bollette che anche a casa arrivano raddoppiate e triplicate. «Lo Stato si deve far carico di questa situazione», spiegano i rappresentanti del Comitato.

«Dobbiamo riuscire a costruire una cerniera che metta insieme le esigenze di tutti – conclude l'imprenditrice Patrizia Del Giudice -. Dobbiamo assolutamente raggiungere un minimo di autosufficienza energetica a partire dal territorio. Magari installando nelle nostre periferie mini parchi eolici, facendo crescere il fotovoltaico e per fare tutto questo chiediamo alle Università di allearsi con noi, ai tecnici. Non c'è più tempo, agli imprenditori stanno arrivando già le richieste di fideiussioni da parte delle società fornitrici di energia. Significherebbe un tracollo finanziario».

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