BARI - Antonio Colamonico è colpevole di aver ammazzato l'ex amante Bruna Bovino, ferendola a morte con 20 colpi di forbici e strangolandola. Il corpo della donna fu poi trovato semicarbonizzato, fra brandelli di indumenti e sangue. Dopo otto anni la Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda processuale sulla morte della estetista 29enne italo-brasiliana, uccisa nel suo centro estetico a Mola di Bari il 12 dicembre 2013.
I giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso fatto dalla difesa di Colamonico, la cui condanna a 26 anni e 6 mesi di reclusione diventa così definitiva. Colamonico dovrà andare quindi in carcere per scontare quello che resta della sua pena. L'uomo era stato arrestato nell'aprile 2014 con l'accusa di omicidio volontario e incendio doloso, appiccato secondo l'accusa per cancellare le prove del delitto appena compiuto.
In primo grado, nel luglio 2015, era stato condannato a 25 anni di reclusione. In appello, nel novembre 2018, era stato assolto e scarcerato, dopo più di quattro anni in cella. Nel settembre 2021, poi, dopo l'annullamento con rinvio da parte della Cassazione, un nuovo collegio della Corte di Assise di Appello di Bari aveva ribaltato la sentenza dichiarandolo colpevole e aumentando la pena precedentemente inflitta. Oggi quella condanna è diventata definitiva e dovrà tornare in cella.
Nel processo erano costituite parti civili la madre della vittima, l'ex marito con la figlia minorenne e le associazioni antiviolenza Safiya Onlus e Giraffa.