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Appalti truccati, sindaco Polignano Domenico Vitto si dimette

 
Redazione online

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Sindaco Polignano dà ospitalità a Mimmo Lucano

«Il sindaco - spiegano i suoi legali -, che ha respinto tutte le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia e chiesto il riesame dell’ordinanza cautelare (l'udienza è fissata per lunedì prossimo), oggi ha rassegnato le dimissioni al precipuo scopo di escludere ogni possibile interferenza con le indagini e la campagna elettorale in corso

Giovedì 12 Maggio 2022, 16:39

16:40

Il sindaco di Polignano a Mare, Domenico Vitto, (sospeso dal 21 aprile scorso perché agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine su presunti appalti truccati al Comune del Barese) si è dimesso. Lo rendono noto i difensori, gli avvocati Michele Laforgia e Mauro Petrarulo. «Il sindaco - spiegano -, che ha respinto tutte le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia e chiesto il riesame dell’ordinanza cautelare (l'udienza è fissata per lunedì prossimo), oggi ha rassegnato le dimissioni al precipuo scopo di escludere ogni possibile interferenza con le indagini e la campagna elettorale in corso». In attesa di poter «dimostrare l'estraneità di Vitto a qualsiasi illecito», i difensori hanno depositato anche istanza di revoca degli arresti domiciliari al gip, ritenendo cessate le esigenze cautelari alla luce delle dimissioni. Il giudice si pronuncerà nei prossimi giorni. Si è celebrata oggi, invece, l’udienza al Riesame per l’ex vicesindaco di Polignano Salvatore Colella (dimessosi subito dopo l’arresto), assistito dall’avvocato Mario Malcangi, e si attende la decisione dei giudici sulla richiesta di revoca della misura cautelare. Per un altro degli arrestati, il dirigente comunale Nicola Cicala, difeso da Claudio Petrone, il gip ha disposto la sostituzione degli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora a Bari. Nell’ambito della stessa inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dal pm Michele Ruggiero, uno degli imprenditori interdetti, Vito Dentico, ha chiesto il patteggiamento a 1 anno e 6 mesi di reclusione con il consenso della Procura.

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