BARI - A Carrassi hanno Santa Scolastica, a Japigia da qualche mese raggiungono Santa Chiara, al Libertà, oltre alla «piazza dei ricchi» (così definiscono il mercato di corso Mazzini), affidata alla protezione della Madonna del Carmelo, c’è «la piazza dei poveri» (sempre vox populi), ubicata nell’area della ex Manifattura dei Tabacchi, dove però non sanno davvero a chi votarsi. Nemmeno la processione di assessori, consiglieri e del comandante della Polizia municipale ha convertito commercianti e residenti. «Io non li ho visti - afferma Giuseppe Di Bisceglie, 46 anni, mentre serve frutta e verdura alla clientela -. So che sono passati, hanno fatto un sopralluogo, ma con noi non hanno parlato. Non servono le passeggiate. Ben venga la riqualificazione, ma francamente non sappiamo assolutamente niente del nostro destino».
Il progetto di recupero dell’intero isolato c’è (prevista, tra l’altro, la realizzazione del campus Cnr e della caserma dei Carabinieri), il cantiere pure. Ma i mercatali (ora ridotti a un centinaio), sebbene siano previste aree a loro destinate, soprattutto dal lato di via Nicolai, faticano a credere che questo diventerà un luogo rigenerato di eterna beatitudine, visto che negli ultimi anni hanno conosciuto l’inferno. In effetti, i suk caratteristici delle città arabe, a volte richiamati in senso dispregiativo come simbolo di caos e di scambi non sempre limpidi, al confronto sono un crogiolo accettabile e quasi un’oasi di tranquillità. In pieno centro a Bari c’è invece uno spaccato da Terzo mondo.
Le carenze strutturali e igieniche del mercato sono ampiamente documentate in queste pagine dal nostro fotografo e sono tali da chiedersi come sia stato possibile per oltre vent’anni lasciar degradare una struttura di proprietà comunale (ancorché fino a poco fa gestita da un consorzio) fino a farla diventare così fatiscente da renderla quasi impraticabile. «Non sono pentito di aver fatto la scelta di esser qui - continua Di Bisceglie, che agli inizi del 2000 è stato uno dei primi ad aprire l’attività -, ma francamente ora siamo arrivati proprio alla frutta (ride - n.d.r.). Basta guardare il soffitto, da dove cadono calcinacci, oppure il pavimento, con le piastrelle rotte dappertutto. La pulizia (affidata alla Multiservizi - n.d.r.) non è sufficiente anche perché lo stato dei luoghi non permette un intervento adeguato».
Disagi per una città che si pregia di avere una attenzione particolare all’ambiente e di aver potenziato la raccolta differenziata (e porta a porta), lasciare un mercato senza compattatori per i cartoni, senza i contenitori per il vetro, con bidoni dell’immondizia spaccati e sporchi è quasi uno scandalo. Ma paradossalmente, abituati a lavorare fra i disagi, i venditori e gli avventori evidenziano un’altra priorità: la sicurezza. «Intanto è necessaria una presenza mattutina da parte delle forze dell’ordine - dichiara un esercente chiedendo l’anonimato - perché i casi di borseggio sono continui, ed è anche per questo che molta gente evita di venire a comprare da noi. Poi c’è la questione della vigilanza notturna. Anche stanotte il cancello era aperto. Quindi è inevitabile essere esposti ai furti. Non si contano gli episodi negli ultimi mesi».
Per la caserma dei Carabinieri ci vorrà tempo. Nel frattempo (attendendo qualche pattuglia in più che circoli), c’è chi è più esposto alle irruzioni notturne. I prodotti ortofrutticoli vengono smaltiti giornalmente, ma per chi vende carne, salumi e frutta secca lasciare la merce sul posto è una scommessa. Vittorio Fasano, 36 anni, è l’ultima vittima. Gli hanno svuotato il box. «Nella notte fra venerdì e sabato hanno scassinato la serratura, aperto la saracinesca e portato via frutta secca, legumi, olive, taralli e anche una gran quantità di acciughe, di cui evidentemente questi malviventi devono essere ghiotti. Hanno rubato anche l’attrezzatura. Il danno complessivo ammonta a circa 5mila euro. Ma non sono l’unico ad aver subito ruberie. Qualche mese sono entrati nella macelleria qui vicino tagliando i serramenti col flessibile e spaccando la vetrata. Purtroppo questa è considerata una struttura di serie B. Il quartiere meriterebbe molta più attenzione, vista anche la densità di popolazione. Ho visto il progetto di riqualificazione, ma non ho trovato il dettaglio del mercato. Ci avevano detto che ci avrebbero informato. Ma non siamo stati mai interpellati».