BARI - Il decreto pubblicato venerdì consente di prorogare fino a fine anno le autorizzazioni alle strutture ospedaliere realizzate durante l’emergenza covid. Ma questo non basta per mantenere aperto l’ospedale della Fiera del Levante di Bari: servirebbe infatti anche l’ok dell’ente proprietario dei padiglioni, oppure un nuovo decreto di requisizione. Ecco che a due giorni dalla data prevista di chiusura si è scatenato il caos, con la Protezione civile regionale che chiede di chiudere e portare via le attrezzature, il Policlinico di Bari che risponde dicendo di non sapere dove trasferire i ricoverati, e il governatore Michele Emiliano che per risolvere il problema si rivolge direttamente al premier Mario Draghi.
La lettera del presidente della Regione a Palazzo Chigi chiede in sostanza un ulteriore intervento legislativo, quello che alcuni giorni fa - dicono fonti della presidenza della Regione - sarebbe stato promesso a Emiliano dal sottosegretario Roberto Garofoli. Il nodo sono le aree su cui sorge la struttura, di proprietà della Fiera del Levante che le reclama indietro: fino al termine dell’emergenza (domani a mezzanotte) il costo per l’occupazione dei padiglioni è interamente a carico dello Stato. Sul punto però il nuovo decreto non dispone nulla, e dunque l’eventuale indennità (circa 110mila euro al mese) da adesso in poi sarebbe a carico della stessa Regione. Emiliano vuole un provvedimento ad hoc dal governo, lasciando intendere che - in caso contrario - sarà costretto a emanare lui stesso una nuova ordinanza di requisizione così da garantire l’operatività della struttura.
Nel frattempo però il nuovo dirigente della Protezione civile regionale, Nicola Lopane, subentrato dopo l’arresto di Mario Lerario, ha avvertito tutti che dal 1° aprile (al termine dello stato) di emergenza l’ospedale non è più di sua competenza. Dovranno dunque essere avviate le procedure per la chiusura, compresa la redazione dello «stato di consistenza» (l’inventario): ma nel frattempo il Policlinico di Bari, che gestisce la struttura, può trasferire altrove le attrezzature e destinarle ad altri compiti assistenziali. Il problema è che nell’ospedale della Fiera del Levante c’erano, a ieri sera, 47 ricoverati: per questo il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Giovanni Migliore, ha chiesto alla Regione di specificare dove dovranno essere trasferiti i pazienti, in quanto il Policlinico non dispone degli spazi necessari. Sarebbe insomma necessario riconvertire a covid un altro degli ospedali della provincia di Bari (oltre Altamura e Putignano, dedicati per il 50% alla pandemia, con 37 ricoveri covid ciascuno), fermando di nuovo l’attività ordinaria.
Il groviglio dovrà essere dipanato entro le prossime 48 ore. Lo scoglio dell’indennità di occupazione non è di poco conto, perché ogni iniziativa presa al di fuori dal quadro normativo pone chi la assume a rischio di danno erariale. La Corte dei conti sta già indagando (in parallelo con la Procura di Bari) sulla spesa per l’allestimento dell’ospedale, schizzata dai 9,8 milioni a base d’asta fino ad oltre 24. La stessa Prefettura di Bari ha avvertito per due volte la Regione che dal 1° aprile i padiglioni devono tornare nel possesso della Fiera, perché lo Stato non si assume i costi né la responsabilità di prorogare la requisizione. L’ipotesi dell’assessore alla Salute, Rocco Palese (una legge regionale ad hoc) è stata ritenuta impraticabile. L’unica alternativa, allo stato delle cose, è che sia Emiliano a firmare una ordinanza di proprio pugno. Nel frattempo ieri sera Palese e il capo dipartimento Vito Montanaro hanno risposto al Policlinico ordinando di non chiudere: «Si ritiene - è detto nella nota - che il presidio continui a supportare» il sistema sanitario «non solo nei confronti dei pugliesi ma anche eventualmente» dei profughi ucraini in arrivo in Puglia.