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«Và-a rrubbe a Sanda Necòle»: con il furto sfatata la massima del dialetto barese

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

Tutta l'Italia il 6 dicembre celebrerà il Patrono di Bari

Il racconto di Felice Giovine, noto cultore della baresità, facendo riferimento a quanto accaduto ieri all’alba in Basilica

Mercoledì 23 Marzo 2022, 07:00

«C’era una volta un tale, pare un pastore, che si divertiva a lanciare allarmi “al lupo al lupo” e, all’inizio, tutti accorrevano, credendolo attendibili, ma dopo alcuni e ripetuti episodi, ridendosela sotto i baffi, smisero di correre», racconta Felice Giovine, noto cultore della baresità, facendo riferimento a quanto accaduto ieri all’alba in Basilica. «È un’analogia perfetta con il nostro detto “Và-a rrubbe a Sanda Necòle”», spiega richiamando il furto dei «preziosi doni che adornano la statua del nostro Patrono».

Ma come nasce il detto, che ogni barese doc ha pronunciato almeno una volta nel corso della vita?

«Il detto nacque, per la verità, per liberarsi di “fastidiose” richieste di denaro da parte di amici e parenti, in difficoltà, rivolte a chi, credevano loro, fosse in condizioni migliori. Ma dopo un paio di richieste, nonostante le giustificazioni, peraltro imbarazzanti, per non poterle soddisfare e per chiudere definitivamente la questione, si raccomandava di andare a fare il sacrilego furto».

Insomma un modo spiccio di liberarsi da una richiesta che non si intende o non si può soddisfare.

«Non si trattava di un vero incitamento, ma una dichiarazione di non florida posizione o alla pari col richiedente, in quanto, il Santo coi suoi tesori, era il vero “ricco” cui rivolgersi e che disponeva di un certo patrimonio».

Il significato s’è poi un po’ allargato.

«Poi, col tempo, il detto è stato usato per situazioni, le più disparate, allargando il proprio raggio di riferimento e al tempo stesso perdendo così, buona parte del suo significato. In pratica, si è generalizzato e non si è più tenuto in debito conto il significato originario».

L’assalto alla statua del santo sa di beffa.

«Evidentemente qualcuno, cui difetta la materia grigia e il rispetto per le cose sacre, ha raccolto l’invito e lo ha messo in atto. Ma sarebbe giustificato se fosse stato compiuto per un effettivo e forzato “bisogno” estremo. Mah!»

Se così fosse, San Nicola perdonerà l’autore dell’incauto gesto.

«San Nicola non lo perdonerà come non perdonerà Putin per quello che sta facendo. Il principio è lo stesso».

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