BARI - «L'ipoteca iscritta dalla presidenza del Consiglio dei ministri sul Teatro Petruzzelli, quand’anche fosse legittima, rappresenta solo un’acquisizione di garanzia del pagamento di un debito ancora sovvertibile a opera della Corte di Cassazione. Ciò rafforza la volontà degli eredi Petruzzelli non solo di difendere i lori diritti reali e contrattuali, ma anche di perseguire legalmente le eventuali responsabilità pubbliche, omissive e commissive, di quell'inaspettato debito». Lo dichiarano in una nota gli avvocati Ascanio Amenduni e Ciro Garibaldi, legali della famiglia Messeni Nemagna e dei loro eredi, con riferimento alla ipoteca giudiziale di 43 milioni di euro iscritta dallo Stato sul teatro barese, pari al credito vantato per i costi di ricostruzione dopo l’incendio del 1991.
«Se in Cassazione dovesse andar bene al Comune - dicono gli avvocati - , ciò da un lato farebbe venir meno l’ipoteca iscritta dalla presidenza del Consiglio dei ministri, e, dall’altro lato, obbligherebbe il Comune a corrispondere un congruo indennizzo alla famiglia Messeni Nemagna. Se, invece, la Cassazione confermerà la proprietà del teatro in capo alla famiglia Messeni Nemagna e l’inefficacia del protocollo d’intesa del 2002, la Fondazione, oltre a dover pagare un indennizzo d’uso commisurato all’ingente valore del teatro, inteso pure come azienda e marchio, dovrà rilasciare il teatro medesimo».