Bari - Nichi Vendola ritorna in campo, torna a indossare la maglia della sinistra politica e fa discutere i partiti pugliesi, divisi tra chi lo considera una risorsa, chi ne critica la svolta sulla giustizia e chi lo invita a sottoscrivere i referendum per la riforma giudiziaria.
Spiega Ubaldo Pagano (deputato Pd, area emilianista): «Il ritorno di Vendola è un fatto positivo perché la Puglia ritrova un protagonista della politica italiana. Ci auguriamo che il suo carisma possa rianimare una forza politica di sinistra di cui si sentiva il bisogno, soprattutto per poter ricostruire un centrosinistra ancora più competitivo». «Nichi - aggiunge il parlamentare - allarga il campo progressista rivolgendosi a un mondo che si sentiva “sottorappresentato”, anche perché le leadership più a sinistra finora non sono riuscite a toccare le corde della connettività sentimentale con il proprio popolo di riferimento». «Vendola garantista? Sono felice che l’ex governatore dia il suo contributo a una riforma in senso garantista della giustizia italiana - chiarisce Pagano - per troppo tempo ipotecata nel dualismo tra giustizialisti e berlusconiani. Il garantismo è un elemento di civiltà giuridica nel dibattito pubblico, da non confondere con l’impunità. Draghi e Cartabia ce la faranno a fare la riforma? E’ una esigenza per la quale ci siamo impegnati anche nel Recovery».
Sul tema ha una differente lettura Raffaele Fitto, eurodeputato di Fdi, e avversario di Vendola in innumerevoli contese fin dagli anni novanta: «La sentenza di primo grado di condanna che lo ha riguardato va commentata con il principio di civiltà giuridica per cui l’imputato resta innocente sino a sentenza definitiva. Auguro a Vendola di poter dimostrare nei successi gradi di giudizio la sua estraneità ai fatti contestati. Nessun attacco e nessuna esultanza da parte mia, sentimenti che invece in passato ho ritrovato sul volto e nelle parole dei miei avversari, a partire da Vendola. Abbiamo conosciuto tempi nei quali persino l’auspicio di un avviso di garanzia o la profezia di un tintinnare di manette diventava una barbarie o un linciaggio politico mediatico. Sono stati anni oscuri che ho vissuto personalmente e che hanno visto in Vendola un protagonista assoluto».
L’impegno di Vendola ora sarà sul fronte riformista della giustizia? «Non riesco ad immaginare l’ex governatore garantista. Garantisti si è prima con gli altri e poi con se stessi. Non lo si diventa improvvisamente perché hai ricevuto una condanna. Per più di 20 anni abbiamo assistito alla saldatura tra forme di cripto-stalinismo e una specie di peronismo alla vongole. Ora siamo assistendo a improvvise conversioni “garantiste”. Sono tardive e in sospetto di opportunismo, quando non peggio per fatto addirittura personale».
Elena Gentile, già eurodeputato Pd e assessore alla Sanità nella giunta Vendola: «Nichi rappresenta per la sinistra e la politica pugliese un motivo di gioia. Sarà protagonista nel dibattito pubblico. Rimetterà in ordine un puzzle che si era disfatto. Spero che torni con la stessa passione e determinazione di sempre. Non milito nel suo partito ma con lui avevo una sintonia profonda, figlia delle radici comuni cementate nel Partito comunista. Si può cambiare maglietta, ma il cuore batte sempre sul pentagramma di una visione che tiene insieme persone e diritti».
«La sinistra - analizza ancora - è scomparsa dai radar del consenso, le percentuali elettorali sono marginali. Ora spero che Nichi dia la scossa e nell’ambito delle alleanze contribuisca a ridimensionare le tendenze populiste presenti anche nell’area giallo-rossa». Poi si sofferma sul tema giustizia: «Senza aprire fronti polemici, la giustizia in Italia non è all’altezza delle aspettative dei cittadini. Vendola garantista? Lo è sempre stato, ma è stato rigoroso nell’impegno antimafia…», chiosa la Gentile.
Roberto Marti, senatore della Lega: «Il ritorno di Vendola? Un segnale positivo per la sinistra, non per la Puglia. E’ un ritorno di reazione dopo la sentenza: c’è un grande spazio vuoto dopo il crollo dei 5S e l’arretramento del Pd dai suoi storici inserimenti sociali: non è una novità che il Carroccio sia il primo partito operaio in Italia». «Nichi merita rispetto: ha fatto tanta politica. Lo dico nel rispetto delle differenti visioni», puntualizza. «Vendola garantista? Lo invitiamo - conclude con una provocazione Marti - a sottoscrivere i referendum per le riforme della giustizia sostenuti dalla Lega e dai radicali, per andare incontro alle tante sollecitazioni degli ordini professionali e di tanti cittadini comuni».