BARI - Viabilità riveduta e corretta a San Cataldo, il caos è dietro l’angolo. E i residenti dissotterrano l’ascia di guerra, tartassati da code infinite, clacson a go-go, traffico impazzito e un bel carico di smog. È bastato il primo fine settimana di «zona gialla» per mettere nuovamente a nudo tutte le criticità della circolazione stradale appena rivista da Palazzo di Città, la cui essenza di fondo è stata già contestata dagli abitanti della zona del Faro tanto da essersi costituiti sotto l’egida di un comitato per fare valere le proprie ragioni a difesa della vivibilità del quartiere.
Clacson e serpentoni È stato un fine settimana - sabato sera in particolare - oggettivamente complicato in via Tripoli (e dintorni), la strada che collega due punti vicini del lungomare Starita, presa d’assalto da un serpentone infinito e inquieto di automobili, creato dai tanti che hanno approfittato del primo weekend di libertà baciato dal bel tempo per prendere d’assalto gli storici locali assisi sul mare del promontorio di San Cataldo, magari godendosi anche un tramonto dai colori mozzafiato, che non guasta mai. Affollamento - tipico delle stagioni estive tra una pizza al muretto e una birra con vista mare - con cui hanno dovuto fare i conti fino a tarda sera (coprifuoco, chi era costui?) i residenti, magari desiderosi di rientrare a casa, ma rimasti imbottigliati nell’inatteso caos.
Proteste Da qui ulteriori rimostranze e tante proteste anche sui social, all’indomani di alcuni interventi correttivi su sensi unici, parcheggi e doppie curve da parte di Palazzo di Città, sulla base dei rilievi mossi dai cittadini, molti dei quali continuano a non ritenere efficace il piano complessivo della viabilità varato ormai un anno in uscita dal primo infausto lockdown.
Si tratta della la sperimentazione nell’ambito del progetto «Open» che ha portato alla creazione di una pista ciclabile cosiddetta light, realizzata grazie all’applicazione dell’urbanistica «tattica» (niente cordoli di cemento, strisce sull’asfalto e segnaletica), peraltro prodromica alla riqualificazione dell’intera area destinata a dar vita al «Parco del faro». Obiettivi di punta restano sia la pedonalizzazione sia la ciclabilità degli spazi pubblici, ma anche un significativo rallentamento della velocità delle automobili in transito, nel frattempo però evidentemente occorre correre ai ripari, poiché le correzioni in corso hanno prodotto altri squilibri, come quello riscontrato in via Tripoli.
Bocciatura Residenti e cittadini non ritengono sufficienti sia l’istituzione del doppio senso di marcia nel tratto di lungomare di fronte al Cus, compreso tra via Massaua a via Adriatico (resa possibile dalla rotazione degli stalli dei parcheggi delle auto sul lato sinistro, non più a pettine ma paralleli al marciapiedi), sia l’eliminazione delle due chicane centrali (mentre restano le altre due «esse» poste ad inizio e a fine percorso), concepite al fine di proteggere ciclisti e pista ciclabile, inducendo le auto a diminuire la velocità. «Si trata di una piccola concessione dell’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Galasso, che dimostra chiaramente come lui e Decaro vogliano mantenere inalterato lo stato dei luoghi», denunciano i componenti del Comitato dei cittadini su Facebook. «Il nostrto quartiere tranquillo trasformato in un inferno», sottolineano, mentre altri puntano l’indice contro le strade ostruite. «Ma cosa può succedere se una persona si sente male? Come farebbe l’ambulanza a raggiungere la zona?», dicono preoccupati alcuni residenti, alcuni rimasti imbottigliati in auto anche per 20 minuti prima di poter guadagnare il portone di casa. «Bisogna pensarci a queste cose quando si fanno cambiamenti così radicali in un quartiere», concludono.