BARI - Questa volta a destare stupore non è soltanto il curriculum degli aspiranti. Già alla precedente tornata i pedagogisti, gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti, e in generale i trentenni e i quarantenni in possesso di una laurea, spesso magistrale e ottenuta dopo aver macinato esami distribuiti negli anni di corso, erano tantissimi. Ma ciò che impressiona è il numero. Le domande di quanti ambiscono a un posto da collaboratore scolastico, la figura professionale un tempo nota come bidello, sono addirittura 81mila 287 nella sola provincia di Bari. In Puglia sono in totale 206mila 391 le donne e gli uomini che hanno presentato l'istanza per vedere il proprio nome inserito nelle graduatorie di circolo e di istituto per il personale Ata. I profili da ricoprire includono anche gli assistenti amministrativi, gli assistenti tecnici, gli addetti alle aziende agrarie, i cuochi, gli infermieri e i guardarobieri. L’incidenza maggiore riguarda però i bidelli e gli applicati di segreteria: per l'accesso a questi due profili è sufficiente essere in possesso di un diploma di qualsiasi tipo. Per fare invece l’assistente tecnico serve un diploma di indirizzo specifico: tecnico o professionale. Al di là del ruolo che si vorrebbe ricoprire, a far riflettere è la valanga di candidature che si è riversata sulla suola. Il Covid ha ridisegnato priorità e ambizioni personali. La caccia al posto fisso resta l’obiettivo da centrare, perché il virus ha ingigantito il senso di precarietà. Allora il sogno di sedere in cattedra passa in secondo piano rispetto all’esigenza di portare il pane a casa: il lockdown, le limitazioni imposte dalle zone rosse, arancioni e gialle hanno dimostrato che non esistono più lavori sicuri e che purtroppo la flessibilità può tradursi in disoccupazione. Un impiego nel pubblico, invece, rimane una garanzia. Di qui la corsa ad accaparrarsi un posto da collaboratore, amministrativo, tecnico o cuoco, sperando nelle stesse percentuali di assunzioni, seppur come supplenti, garantite dall’organico Covid. Ma Ezio Falco, segretario della Flc-Cgil, ipotizza: «Forse ce la farà il 10% degli aspiranti e nell’arco dei tre anni. Se non dovesse essere replicato il modello attualmente in vigore, che ha aumentato il numero dei docenti e del personale Ata per garantire maggiore sicurezza e distanziamenti, sarebbe assorbito appena il 5-6% dei candidati ». Una lotteria della fortuna. Commenta il sindacalista: «Questo sistema di reclutamento favorisce dinamiche retributive basse: dai 1.100 ai 1.600 euro a fine carriera. Eppure il posto statale è l'orizzonte che in tanti vorrebbero raggiungere. Ancora una volta i nostri laureati che si sono inseriti nelle graduatorie degli Ata dimostrano che al Sud non ci sono occasioni per i giovani. Al Nord le cifre sono più basse: è l’effetto delle diseguaglianze territoriali». Gli oltre 81mila che hanno fatto domanda per vedere inserito il loro nome nelle graduatorie di istituto potrebbero vincere una supplenza breve o saltuaria, in caso di malattia, aspettativa, congedo o infortunio del titolare del posto. Una percentuale infinitesimale potrebbe spuntare una supplenza annuale a patto di poter vantare, fra i titoli, un servizio di 2-3 anni. «Ho visto tanti professionisti del diritto, dell’arte, della pedagogia, della letteratura ricoprire il ruolo di bidello. Tante donne con un livello di istruzione medio-alto. La fame di lavoro porta a dover rinunciare ai sogni. Ovviamente ogni lavoro è nobile e chiunque lo svolga merita rispetto». Gli sfidanti hanno potuto inserire fino a un massimo di 30 scuole. Poiché con una sola domanda è stato possibile chiedere più profili, in Puglia ci sono state quasi mezzo milione di candidature. Questi numeri, che richiederanno un lavoro pesantissimo da parte delle già oberate segreterie, sono la chiara rappresentazione degli effetti di una crisi economica e sociale senza precedenti, causata dalla pandemia. In questa tornata di aggiornamento delle graduatorie, che avviene ogni tre anni, il numero di aspiranti che hanno deciso di candidarsi perché hanno perso il lavoro è aumentata vertiginosamente: i sindacati hanno fatto assistenza a professionisti di età medio alta, con diversi titoli di studio ulteriori rispetto a quelli d'accesso richiesti, che hanno tentato questa strada non avendo alcuno sbocco e alcuna prospettiva nel proprio ambito. Le cifre fotografano il fenomeno: i nuovi inserimenti sono stati il 54,5% del totale, gli altri hanno dovuto soltanto aggiornare il punteggio. Anche qualora l’emergenza sanitaria dovesse concedere una tregua, le scuole hanno bisogno di personale aggiuntivo, sia di collaboratori, sia di impiegati di segreteria, sia di maestre e di professori. La famigerata coperta «troppo corta», le classi-pollaio e il tempo pieno negati, a discapito del diritto a una istruzione di qualità e delle esigenze familiari, non possono diventare la regola.
LA TESTIMONIANZA - È un lavoro nobile pure con una laurea in matematica»
l«Ogni lavoro è nobile. Lo si può fare molto bene o molto male. Mi sono appassionata e svolgo il mio ruolo al meglio. Non mi limito a fare le pulizie, ma sono un punto di riferimento per gli studenti e per gli insegnanti. Quando vengo chiamata a sorvegliare le classi, in caso di assenza improvvisa dell’inse - gnante, mi diverto a far esercitare i ragazzi con la matematica. Qualcuno - sorride - mi chiama professoressa. Sono inoltre una stampella per i docenti che zoppicano in informatica: per tutto il periodo della Dad, della didattica a distanza, ho fatto consulenza con l’obiettivo di risolvere i problemi di connessione alla rete». Ad Annamaria Custode il vecchio appellativo di «bidella» sta davvero stretto. La 33enne laureata in matematica è una collaboratrice scolastica nel senso ampio del termine: fra i suoi compiti c’è ben altro che risistemare i banchi, quando suona la campanella di uscita, oppure igienizzare i bagni. Annamaria è un punto di riferimento per la scuola media di Terlizzi, dove presta servizio. «Il mio contratto scade l’11 giugno - racconta - ma non intendo cambiare percorso. Qui sono stata ben accolta. Questo impiego è meglio di quanto immaginassi. Inoltre lo stipendio arriva ogni mese ed è di 1.200 euro. Alcuni amici mi invidiano. Anche loro sognano guadagni stabili. Dopo aver ascoltato la mia esperienza, alla prossima tornata presenteranno le loro candidature». Annamaria ha conseguito in ritardo la laurea triennale in matematica. Nel frattempo è passata da un lavoretto all’altro, continuando a dare ripetizioni perché convinta che la cattedra avrebbe rappresentato l’approdo della carriera universitaria. Poi le domande ai bandi delle Poste (l’esperienza come postina dura appena tre mesi, con un incarico non rinnovato) e quello per soli titoli, nel 2017, per fare l’assistente amministrativo a scuola. L’anno scorso la convocazione in un liceo di Terlizzi, ma il punteggio in graduatoria risulta troppo basso. Poi la chiamata nella scuola media, ma come collaboratrice: sfida accettata e rivelatasi vincente. La decisione di presentare la domanda per un posto da personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) non è stato un ripiego. «Sono giovane e ho voglia di mettermi alla prova. Voglio essere indipendente e mettere i soldi da parte per sposarmi. Non intendo fare passi indietro. Per questo la domanda, in riferimento al prossimo triennio, l’ho presentata nel nord Italia, negli istituti di Ferrara. Intendo conseguire la laurea magistrale a Bologna, ma lavorare a Ferrara dove dovrebbero essere maggiori le possibilità di inserimento. Il mio punteggio si arricchisce del servizio e della laurea, fondamentali per non essere superata da coloro che hanno firmato un contratto a tempo grazie alla finestra aperta con l’organico Covid. Qui a Bari non avrei speranze. Mi piacerebbe trovare impiego in segreteria, ma se non riuscirò a firmare un contratto per personale amministrativo, accetterò con orgoglio quello di collaboratrice. Non bisogna avere paura di cambiare, ma è importante affrontare le sfide a viso aperto. Questa esperienza mi ha aiutata a crescere e a capire che sarebbe impossibile gestire una scuola in assenza di collaboratori seri, affidabili e capaci».