Sabato 06 Settembre 2025 | 11:24

Bari, minacciò di morte sindaco su Fb: imputato chiede scusa e Decaro rimette la querela

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Bari, si scusa dopo le minacce al sindaco; ma l’arrestano per possesso di droga

Le minacce risalgono al maggio 2016, durante la festa di San Nicola. Il primo cittadino fu minacciato nell’ambito delle polemiche tra amministrazione comunale e venditori ambulanti abusivi che utilizzavano le «fornacelle»

Mercoledì 21 Aprile 2021, 12:08

16:53

BARI - «Sono pentito di quello che ho fatto, mi pento di avere offeso il sindaco e tutta la comunità dei baresi». Lo ha dichiarato in aula, durante l’ultima udienza del processo, il 29enne Giuseppe Alessandro Carvutto, imputato dinanzi al Tribunale di Bari per minacce aggravate e diffamazione ai danni di Antonio Decaro. Le minacce risalgono al maggio 2016, durante la festa di San Nicola. Il sindaco fu minacciato di morte da Carvutto su Facebook nell’ambito delle polemiche tra amministrazione comunale e venditori ambulanti abusivi che utilizzavano le «fornacell» sul lungomare di Bari. Polemiche in seguito alle quali fu disposta anche la scorta per il primo cittadino.

Decaro, impossibilitato ad essere presente all’udienza, dopo aver saputo delle scuse formali, tramite il legale, l’avvocato Michele Laforgia sostituito in aula da Paola Avitabile, ha rimesso la querela per diffamazione (facendo così cadere l'accusa) e ha revocato la costituzione di parte civile per le minacce. Stessa cosa ha fatto il Comune di Bari che era costituito parte civile al fianco del sindaco. Carvutto ha reso dichiarazioni spontanee spiegando che "all’epoca dei fatti ero un ragazzino, non pensavo a quello che scrivevo, oggi non lo farei, crescendo ho imparato tante cose. Volevo stringere la mano al sindaco in segno formale di scuse e chiedergli un gesto di benevolenza. Potrei essere suo figlio, lui potrebbe capire. Volevo guardarlo negli occhi e chiedergli scusa».

L’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Darmento, ha anche detto di aver inviato nei giorni scorsi dal carcere una lettera di scuse al sindaco e di aver fatto una donazione simbolica di 50 euro all’associazione di volontariato In.Con.Tra. di Bari. La Procura ha chiesto l’assoluzione previa derubricazione del reato di minacce da gravi a lievi. La sentenza sarà emessa dal giudice monocratico Giovanni Abbattista alle 15.30. 

«Il fatto che Alessandro Carvutto abbia deciso oggi di chiedere scusa a me e alla città non può che farmi piacere. Spero che il tempo trascorso gli sia servito per comprendere il significato dei suoi errori, quelli commessi nei miei confronti ma soprattutto quelli nei confronti della comunità, per cui sta scontando ancora oggi un periodo di detenzione». Lo dichiara il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che dopo aver ricevuto le scuse formali in udienza, ha rimesso la querela nei confronti di Carvutto che lo aveva minacciato di morte su facebook finendo a processo. "Non sono una persona abituata a portare rancore nei confronti degli altri, neanche di chi mi minaccia, e credo che a maggior ragione per la carica che ricopro sia mio dovere accogliere le scuse di un cittadino che riconosce di aver sbagliato. Spero - continua il sindaco - che questo suo gesto sia frutto di un reale pentimento e soprattutto possa rappresentare per lui l'inizio di un percorso di riabilitazione che lo porti a scegliere una nuova strada quando potrà tornare a condurre una vita, libera e avrà pagato i sui debiti con la giustizia».

Il Tribunale di Bari ha dichiarato 'non luogo a procedere', perché il reato è estinto per remissione di querela, nei confronti del 29enne barese Alessandro Carvutto, imputato per le minacce di morte al sindaco di Bari Antonio Decaro fatte su facebook nel maggio 2016. Stamattina in aula l’imputato, attualmente detenuto in carcere per reati di droga, ha formalizzato le scuse al sindaco e quest’ultimo ha rimesso la querela per la diffamazione, revocando la costituzione di parte civile per le minacce. Inoltre, come chiesto dalla Procura, il giudice Giovanni Abbattista ha derubricato il reato di minacce da aggravate a semplici, così rendendolo procedibile non più d’ufficio ma a querela e di conseguenza anch’esso estinto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)