BARI - Il 3 febbraio scorso avrebbe appiccato un incendio alle vetrine di un negozio di rivendita materassi di viale Unità d’Italia, a Bari, da poco inaugurato.
I carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari al pregiudicato 51enne barese Francesco Diomede, affiliato all’omonimo clan mafioso di Bari. Accertamenti sono ancora in corso per ricostruire il movente del gesto, forse legato ad una richiesta estorsiva. Alla identificazione di Diomede i militari, coordinati dalla Procura di Bari, sono risaliti grazie all’analisi dei sistemi di videosorveglianza di zona.
Le immagini hanno ripreso l’uomo con il volto travisato che versa del liquido infiammabile sulla vetrata del negozio, dandole fuoco, e poi tutto il percorso effettuato dall’autore dell’incendio, tanica alla mano, fino alla propria abitazione, a poca distanza. Nel corso della perquisizione domiciliare, poi, i carabinieri hanno trovato l’abbigliamento indossato durante il delitto, qualificato come tentato incendio aggravato perché le fiamme non hanno danneggiato l’interno del negozio.
Il pregiudicato arrestato, in libertà vigilata dopo aver scontato una condanna per estorsione, è il fratello del boss Cesare Diomede, ucciso in un agguato mafioso nell’agosto 2011. L'inchiesta sul tentato incendio al negozio di materassi è stata coordinata dal pm Marcello Barbanente e l’ordinanza d’arresto è stata firmata dal gip Francesco Mattiace.
"Nonostante la pandemia - dicono gli investigatori - i clan baresi non hanno sospeso le proprie attività criminali».