Nuova giunta distrettuale dell’Anm, problemi vecchi. Presidente Antonio Diella, qual è la posizione del sindacato delle toghe su quello che appare un rallentamento dell’iter verso il tanto sospirato polo unico della giustizia barese?
«Rallentamento dice? più si allontanano nel tempo le soluzioni e più queste soluzioni finiscono per perdere concretezza. E’ inaccettabile che si indichino tempi così insopportabilmente lunghi ed è irrispettoso per chi lavora e per chi usufruisce del servizio giustizia, perché ci condanna tutti a subire ancora per anni questa situazione di invivibilità e per nulla decorosa».
Primo lotto del nuovo Parco della Giustizia nel lontano 2028. Vi aspettavate lo slittamento?
«No. Anzi, pensavamo che si fossero verificate “congiunture favorevoli” e che davvero il percorso per il polo unico della giustizia fosse finalmente concreto e sufficientemente veloce. Un’altra delusione, invece, come le tante altre che abbiamo dovuto sopportare».
Non le sembra che ci sia ormai molta assuefazione sul tema, quasi che alla fine, dopo oltre 20 anni di speranze ed illusioni, gli operatori del diritto vengano un po’ presi per stanchezza, tanto la funzione giustizia non si può mica interrompere?
«È così. Alla fine sembra che periodicamente si alzino all’improvviso i toni e l’attenzione, senza che nulla di concreto e di positivo accada, tanto comunque si è sempre trovato il modo per “arrangiarsi” e andare avanti; il servizio giustizia non si può interrompere e così si continua nella precarietà, senza prospettive concrete, in una situazione nella quale il cittadino che subisce questa situazione di grave inefficienza finisce addirittura per sospettare che si cerchino privilegi invece che soluzioni, che non si abbia voglia di lavorare, che siano tutte scuse».
Cosa significa per un magistrato lavorare in sedi che, a seconda dei casi, sono poco funzionali, anguste, inadeguate. Se via Dioguardi piange, piazza De Nicola non ride.
«Non ridono nemmeno al Tribunale per i Minorenni e all’Ufficio del Giudice di Pace! È una situazione disastrosa per tutta la giustizia barese, che sconta la scelta fatta negli anni di “sistemazioni-tampone”, prive di una visione strategica che operasse efficacemente per una soluzione globale del problema. Magistrati, personale amministrativo, avvocati, cittadini: tutti sono coinvolti in un disagio sempre più crescente, in una situazione nella quale gli spazi sono drammaticamente insufficienti, i servizi tecnici non funzionano, bisogna fare a turno per entrare in aule di udienza numericamente e spazialmente palesemente insufficienti, bisogna lottare per un parcheggio o per poter sistemare una scrivania, bisogna correre da un palazzo all’altro se sei un avvocato che ha “la sfortuna” di avere udienze civili e penali nello stesso giorno. E’ intollerabile».
E dal punto di vista che più conta, come incide tutto questo in concreto sulla domanda di giustizia dei cittadini?
«La giustizia ha bisogno di spazi sicuri, sufficienti e decorosi per essere amministrata: ma le sembra normale che se si vuole ad esempio celebrare una udienza penale straordinaria per accelerare la definizione di un processo non lo si può fare in tempi accettabili perché non ci sono aule e in quelle che ci sono a volte si fanno già “i doppi turni” come si facevano nella scuola elementare del mio paese cinquant’anni fa? Le sembra accettabile che saltino gli impianti elettrici perché vecchi e insufficienti e si debbano bloccare le udienze? Che si aspetti in corridoi angusti, come le formichine laboriose, in code lunghe e stancanti perché non c’è spazio nemmeno per sistemare delle sedie? Che si stia in udienza con cappotti, guanti e cappello di lana come se fosse una gara di sopravvivenza anziché una udienza di Tribunale perché non funziona il riscaldamento? Potrei continuare all’infinito: una immagine disastrosa per un servizio pubblico e una evidente limitazione alla attività lavorativa».
Auspicate anche voi la nomina di un commissario ad acta, avete proposte concrete?
«Il Commissario ad acta ci pare necessario, come ha già chiesto il nostro presidente della Corte di Appello; ci sembra anche giunto il tempo per lavorare tutti insieme, in un tavolo permanente ma efficace, magistratura, funzionari amministrativi, avvocatura, capi degli uffici giudiziari, Comune di Bari, ministero e sottosegretari alla giustizia, parlamentari pugliesi: però per “fare sul serio” e non per perdere tempo a cercare per l’ennesima volta qualcuno o qualcosa su cui scaricare la responsabilità».
Vi sentite un po’ traditi dalle tante promesse della Politica a quanto pare disattese, cosa vi aspettate dal Governo Draghi in cui ci sono ben due sottosegretari alla Giustizia pugliesi, uno barese?
«Ci aspettiamo impegno e concretezza. Ci aspettiamo, mi si passi l’affermazione, decisioni certe e soprattutto maggiore decisione. Ci aspettiamo non che si alzino i toni della discussione ma che si alzi il tono della qualità dei progetti e degli interventi. Sapere che ci sono due sottosegretari alla giustizia e un presidente di commissione parlamentare pugliesi ci rende sicuri del fatto che l’aver sperimentato direttamente e personalmente il disastro della edilizia giudiziaria a Bari, come a Foggia e a Trani, abbia fatto nascere una sensibilità maggiore ma soprattutto una reale volontà di affrontare e risolvere in tempi ragionevoli e certi il problema».