Covid, arcivescovo Bari ricoverato al Miulli: «Risponde alle cure»
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Luca Natile
28 Gennaio 2021
BARI - No Covid, no droga (meglio se sintetica), no party. È nata una movida clandestina delle feste di tendenza «#ilvirusnonmifapaura» a base di alcool, negazionismo e droghe del sabato sera.
Party privati proibiti, che si organizzano clandestinamente, dove non si indossa la mascherina, il distanziamento non esiste, le porte sono chiuse e lo sballo sintetico è un atto rivoluzionario contro l’emergenza sanitaria. Il banco di prova è stata la notte di San Silvestro. Da allora la febbre è salita.
Le convocazioni a queste feste no-Covid avvengono tramite Whatsapp. I gruppi sono «segreti» e raccolgono gli habitué del fine settimana. Le location sono generalmente lontane dal centro e da occhi (e orecchie) indiscreti: case private, villette, sale per piccoli ricevimenti in periferia, bed and breakfast temporaneamente fuori servizio. L’ingresso nelle comitive è selezionato e in alcuni casi rispetta rituali che ricordano quelli delle società segrete rivoluzionarie. Gli iscritti sono carbonari intolleranti alle limitazioni imposte dai decreti antiCovid. Tra gli ingredienti alcool, musica ma sopratutto allucinogeni naturali e di sintesi, anfetamine, cannabinoidi, cocaina, ecstasy, designer-drugs e smart-drugs.
In questi festini gli smartphone è meglio tenerli in tasca, perché si deve resistere alla tentazione di filmare gli eccessi, eppure sui social ogni tanto spuntano filmati di party in case private o club chiusi al pubblico. Il lockdown ha modificato le regole del mercato dello spaccio. L’offerta passa sempre di più per il cosiddetto «dark web» (web sommerso che si raggiunge attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi) dove è possibile trovare anche droghe classiche, da strada, come la cocaina, l’hashish o l’eroina. C’è poi il boom delle nuove sostanze psicoattive, nato su internet che spesso si nasconde sotto il «camouflage» di profumatori ambientali, sali da bagno, semi da collezione, prodotti fitosanitari. Le mafie hanno continuato a fare affari anche durante il lockdown ma a scartamento ridotto, ora però stanno recuperando il tempo perduto e lavorano «on the road» e in web. C’è troppa roba in circolazione nonostante divieti e coprifuoco.
La Squadra Mobile, la settimana scorsa è riuscita a scovare in un complesso residenziale alla periferia di Ceglie una «cupa», un nascondiglio dove erano custoditi ben 6 chili e mezzo di cocaina pura, quasi 16 di hashish e 23 chili di Amnèsia, più un arsenale composto da pistole, mitragliette ed esplosivi, il tutto per un valore superiore al milione di euro. L’Amnèsia è una delle nuove droghe che più spaventa medici e genitori. Simile alla marijuana ha effetti devastanti sulla psiche di chi la assume.
Uno degli aspetti più inquietanti di questa droga è che genera sintomi molto simili a quelli mostrati da pazienti psichiatrici. Una bomba per il cervello. Va molto tra i ragazzi e nelle feste. Sta diventando insieme alla cocaina una specie di status symbol. Costa più della marijuana semplice ed è impossibile accorgersi della differenza, se non con i sintomi che arrivano solo dopo averla fumata. Chi la vende, del resto, non ha scrupoli. La camorra barese ha bisogno di tornate a fare grossi profitti dopo la battuta di arresto del lockdown. Gli spacciatori sono nuovamente per strada ma ora fanno consegne mirate, il più delle volte a domicilio. Come già detto la contrattazione avviene via social. A chi pensate che vengano fornite le nuove abbondanti partite di droga ora in circolazione? In barba alle prescrizioni del Dpcm, alle regole del coprifuoco e all’obbligo del distanziamento sociale, la febbre del sabato sera ha ripreso a salire in clandestinità e a consumare sballo sintetico.
Ci sono gli oppiacei, i cannabinoidi e benzodiazepine sintetici, poi le droghe «zombie» (Krokodil, Flakka, Scoop quella dello stupro). Ancora l’Amnésia, la ketamina e l’ecstasy in cristalli e le pasticche e tutto o quasi finisce nella movida occulta delle feste no-Covid.
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