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Bari, ha 91 anni, l'Alzheimer e il Covid: condannata alla solitudine

 
Donatella Lopez

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Donatella Lopez

Anziani malati cronici: una rete per loro

Il figlio Mario è disperato: «Possibile non esista un'assistenza domiciliare per i positivi non autosufficienti?»

Sabato 28 Novembre 2020, 10:45

«Mamma, cerca di tenere duro, sarò da te domattina». Mario, paziente oncologico, si è sentito la terra tremare sotto ai piedi quando ha scoperto la positività al coronavirus della mamma 90enne, da anni affetta da Alzheimer, fino al 24 novembre seguita da due badanti, ma rimasta sola come impone il protocollo finalizzato ad arrestare la diffusione della pandemia. Per ben 24 ore, Serafina vedova da dieci anni, è rimasta sola a casa senza cibo, infreddolita in quanto incapace di accendere i termosifoni, dimenticando di assumere la terapia per l’ipertensione, ma soprattutto impaurita non avendo più accanto le due donne per lei importanti figure di riferimento.
«Ho deciso di rivolgermi alla Gazzetta del Mezzogiorno – spiega il figlio - perché è inammissibile che non esista un servizio di assistenza domiciliare per pazienti Covid non autosufficienti: i volontari non mancano, ma il Ministero non ha contemplato alcunché per le persone non autosufficienti e oltre mia madre tante altre famiglie fanno i conti con le stesse difficoltà».

Serafina compie 91 anni a febbraio. Da quando ha avuto i primi sintomi dell’Alzheimer non ha mai abbondonato casa seguita da due badanti; come suggerito dal neurologo che al figlio della donna aveva consigliato di gestire la malattia della mamma in ambiente a lei familiare per ritardare l’inevitabile deterioramento neurologico che comporta la malattia.
Lunedì 16 l’anziana ha avuto decimi di febbre e subito problemi ai bronchi; suo punto debole. Nell’ipotesi si trattasse della solita bronchite, il medico di famiglia ha suggerito al figlio di trattare la febbre con la Tachipirina associando ben 2 iniezioni di penicillina intramuscolo per 12 giorni.

Una terapia d’urto a cui la nonnina ha risposto in modo splendido. Ma per fugare ogni dubbio, sin dal primo giorno, i suoi familiari si sono rivolti a un laboratorio privato per sottoporre la mamma a un tampone rapido da eseguire al domicilio della donna. Un test a cui, per scrupolo, si sono sottoposti anche i figli, non conviventi, di Serafina scoprendo la positività per uno dei due e la negatività di Mario che si è dovuto procurare i Dispositivi di sicurezza adeguati per assistere la mamma.
«Delle due badanti, una è risultata negativa al Covid, l’altra, al principio, non ha dato più notizie di sé per poi inviarci un Whatsapp sostenendo di avere interpellato il suo medico di famiglia il quale non aveva riscontrato la necessità di sottoporla al tampone in assenza di sintomi – racconta Mario – Ma come? E se fosse asintomatica? Mia madre continua a vivere sola in casa. Ora la sua temperatura è stabile sui 36,5, la pressione buona, il saturimetro segna una ossigenazione del sangue tra il 92 e il 95%, ma ancora non ha ricevuto alcun tipo di aiuto, né la possibilità di rifare il tampone per verificare l’eventuale negatività al virus».

Mario ha raccontato di avere contattato il numero verde per l’emergenza Covid19 per avere aiuto. «Ho telefonato in Regione, alla Asl e alla Protezione civile. Da loro ho avuto assistenza telefonica e i riferimenti di un’associazione di volontariato che si è detta pronta a intervenire, ma allo stesso tempo impotente in quanto, mi è stato riferito, non esiste alcun indirizzo ministeriale, quindi alcuna autorizzazione, per l’assistenza domiciliare ai pazienti Covid anziani non autosufficienti affetti da demenza senile o Alzheimer. L’unico modo per assisterli è che stiano a casa di familiari positivi. Ma a casa di mio fratello gli spazi sono ridotti e ognuno di loro è in autoisolamento nelle stanze disponibili nell’appartamento».
«A oggi – prosegue Mario - ai pazienti Covid19 possono solo essere consegnati a domicilio viveri e medicinali. Esausto, mi sono rivolto anche al Sindaco del mio paese per avere accesso a una forma di assistenza domiciliare per i non autosufficienti. Ma il suo laconico Whatsapp, a distanza di ore, ha confermato che non c’era alcuna disponibilità».

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