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Il caso
Nicola Pepe
28 Novembre 2020
La dipendente Amiu di Bari risultata positiva al Covid è stata allontanata dal servizio subito dopo l’esito del tampone. Anche se ha lavorato nei giorni precedenti, dopo un test sierologico “positivo” ritenuto inutilizzabile.
È quanto ha accertato il Comitato aziendale di prevenzione dell’Amiu dopo il caso denunciato dai sindacati e rilanciato in consiglio comunale sulla vicenda di una operatrice che, benché contagiata, non sarebbe stata allontanata dal servizio.
In realtà la donna, come è stato ricostruito, insieme ad altri dipendenti, era stata sottoposta a test antigenico che aveva fornito un responso cumulativo di IgC e IgM, due indicatori sentinella di contatto col il virus (rivelano la produzione di anticorpi). Per una significatività diagnostica, insomma, i due valori devono essere espressi separatamente.
Nella primavera scorsa il medico competente aveva facoltà di allontanare il dipendente dal servizio in caso di test antigenico positivo (ma con valori separati).
In ogni caso il test va confermato dal tampone molecolare che è il top diagnostico.
Ed è quanto avvenuto per la dipendente in questione: sia pure con un referto del test antigenico “positivo” ma con valori disaggregati e ritenuti “inutilizzabili, è stata sottoposta a tampone molecolare il 21 novembre. Due giorni dopo, avendo appreso della sua positività, è stata allontanata dal servizio, e insieme a lei, in via precauzionale, i contatti stretti degli ultimi 14 giorni.
Insomma, avrà pure lavorato in condizioni di positività, ma questo non era dato saperlo con certezza fino al tampone perché il test antigienico era al massimo un “sospetto” non utile per un allontanamento dal servizio.
I sindacati hanno auspicato in futuro una maggiore chiarezza nella comunicazione da parte dell’azienda.
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